
Anche il New York Magazine è su Substack. E così tenta di ingaggiare i lettori con la pubblicazione delle newsletter quotidiane su una delle piattaforme più amate e in crescita nel campo dell’informazione.
“Sappiamo che ci sono lettori su Substack che conoscono o apprezzerebbero il New York Magazine e vogliamo essere parte integrante delle loro abitudini di lettura quotidiane e settimanali”, ha dichiarato Joyce Tang, direttrice editoriale della testata in un’e-mail.
“Dinner Party, lanciato nel 2022, è un’ottima newsletter da cui iniziare, perché è ricca di spunti e guidata dagli autori, il che sembra perfetto per il pubblico di Substack,” ha aggiunto Tang.
“Siamo sempre alla ricerca di nuovi modi per trovare e coinvolgere potenziali lettori, e Substack ci è sembrato un terreno fertile. Questo è diventato ancora più importante da quando raggiungere nuovi pubblici è diventato più difficile, con il calo del pubblico sulle piattaforme social tradizionali e i drastici cambiamenti negli algoritmi di ricerca” conclude.

Immagine: Substack.
Chi c’è su Substack
Complessivamente, le newsletter di Substack contano più di 50 milioni di abbonamenti attivi – cinque milioni a pagamento, di cui più di cinque milioni sono a pagamento.
Come si legge su NiemanLab, il New York Magazine è la prima pubblicazione di Vox Media a essere lanciata su Substack, sebbene anche altre testate abbiano sperimentato la piattaforma.
La rivista di bellezza Allure, di proprietà di Condé Nast, per esempio, a gennaio ha iniziato a pubblicare alcuni dei suoi articoli e rubriche sulla piattaforma.
Il quotidiano locale statunitense Albany Times Union ha trasformato la sua newsletter politica gratuita, Capitol Confidential, in una versione a pagamento di Substack per i lettori che desiderano aggiornamenti privilegiati dalla capitale dello stato.
Nel 2021, i giornali studenteschi del sistema della California State University si sono uniti per lanciare un’agenzia di stampa basata su Substack per condividere articoli da ripubblicare.
Tang ha rifiutato di condividere dati sul pubblico di Dinner Party, ma ha affermato che il New York Magazine è interessata a co-pubblicare altre newsletter e, possibilmente, a sviluppare in futuro contenuti esclusivi per Substack.
“Vogliamo costruire un pubblico su Substack e, come parte della nostra sperimentazione, vorremo capire meglio cosa li attrae, come facciamo su tutte le piattaforme su cui siamo presenti – ha affermato Tang – In definitiva, sappiamo che non possiamo attrarre le persone sulle nostre piattaforme se non offriamo valore al pubblico che già frequentano”.
Intramontabile
Nonostante siano passati otto anni dal lancio, Substack continua ad attrarre giornalisti, economisti e autori – e, di recente, anche i content creator.
La pioniera californiana delle newsletter d’autore, costola dell’e-mail marketing, resta la regina del settore in termini di reputazione, diffusione e semplicità d’uso, secondo quanto si legge sul Sole24Ore.
Magari meno sofisticata dei competitor sul fronte della segmentazione e dei tool avanzati di marketing, la piattaforma fondata a San Francisco da Chris Best, Jairaj Sethi e il tech reporter Hamish McKenzie continua, comunque, a macinare numeri di tutto rispetto: a inizio 2024 vantava un parco di 17mila creators portatori a loro volta di 20 milioni di abbonati, due milioni dei quali paganti.
Sempre secondo il quotidiano italiano, dieci autori top di Substack fatturano 25 milioni di dollari.
Tra le newsletter che più hanno avuto successo: Letters from an American della professoressa di storia Heather Cox Richardson – oltre cinque milioni di dollari l’anno dagli abbonamenti a pagamento, The Pragmatic Engineer dell’ex manager delle risorse umane di Uber Gergely Oros, dedicata ai software engineer, e Lenny’s Newsletter – più di 1,5 milioni di dollari ciascuna.
Seguono Bulwark+ e The Fifth Column, che incassano un milione di dollari a testa.
Chissà se in questa lista rientrerà anche il New York Magazine.