Anche TikTok si converte all’IA e licenzia centinaia dipendenti londinesi

Di il 01 Settembre, 2025
A rischio circa 2.500 posti di lavoro nel Regno Unito, Asia meridionale e orientale. Nel frattempo, Trump concede una quarta proroga al divieto di utilizzare l'app negli Stati Uniti
Foto: Wikimedia Commons. Il CEO di TikTok, Shou Zi Chew, in visita alla Commissione europea

Porte chiuse in faccia per alcuni dipendenti della sede londinese di TikTok, centinaia. Per colpa dell’IA.

La società madre del social cinese, Bytedance, è infatti pronta a licenziare parte degli impiegati che si occupano di moderare e rendere sicuri i contenuti sulla piattaforma, come si legge sul Financial Times.

A svolgere questo compito, da ora in avanti, sarà l’intelligenza artificiale.

Allo stesso tempo, però, Bytedance è a caccia di personale altamente specializzato in IA per sviluppare una nuova intelligenza artificiale definita “generale” perchè considerata la più grande mai esistita sinora.

Un episodio che accade in concomitanza con l’entrata in vigore nel Regno Unito dell’Online Safety Act che impone alle aziende tecnologiche di impedire la diffusione di materiale pericoloso, pena pesanti multe.

Così, pochi giorni fa, parte del personale del dipartimento Trust and Safety che si occupa, appunto, della sicurezza dei contenuti sulla piattaforma, secondo quanto si apprende dal Financial Times ha ricevuto un’e-mail in cui la società afferma di valutare “la possibilità di non svolgere più attività di moderazione e controllo qualità presso la nostra sede di Londra”, in favore dell’automatizzazione.

Foto: Pexels

Tutta colpa dell’IA

Secondo fonti internazionali, a essere interessati dai tagli non sarebbero solo i dipendenti del Regno Unito ma anche quelli di Asia meridionale e sudorientale, in totale circa 2.500 persone che sono in attesa di un incontro con l’azienda per chiarire gli aspetti contrattuali.

E la “colpa” sarebbe dell’Intelligenza artificiale, che sta rimodellando e rivoluzionando l’approccio di grandi aziende.

Alcuni sindacati, come la Communication Workers Union, hanno espresso forte preoccupazione perchè temono che l’IA non sia ancora in grado di cogliere le sfumature culturali e linguistiche, rischiando di censurare contenuti legittimi o lasciarne passare di dannosi.

Ma anche i tempi in cui sono stati decisi i licenziamenti sono sospetti: arrivati pochi giorni prima della votazione per la creazione di un sindacato interno.

Una mossa a cui la dirigenza dell’azienda si era opposta per diversi mesi, secondo fonti citate dal Financial Times, e solo poche settimane dopo l’entrata in vigore di alcune parti fondamentali dell’Online Safety Act che impone alle aziende di introdurre controlli sull’età degli utenti che tentano di accedere a contenuti potenzialmente dannosi.

Le aziende che non rispettano i nuovi requisiti, rischiano sanzioni fino a 18 milioni di sterline, o il 10% del fatturato globale, a seconda di quale sia l’importo.

Foto: Pexels

TikTok non è l’unica

TikTok non è sola. Anche altre piattaforme stanno seguendo questa strada.

Nel campo dei social network e delle piattaforme DoorDash, YouTube, X e i social in capo a Meta stanno integrando l’IA per la gestione di contenuti online mentre tra le grandi multinazionali che hanno già affrontato il capitolo licenziamenti in sostituzione dell’automatizzazione ci sono Microsoft, Amazon, Google, IBM.

Adesso TikTok, che si avvia verso la quarta proroga decisa dal presidente Trump per interrompere i legami con la sua società madre cinese ByteDance, pena il divieto negli USA, punta tutto sull’IA.

Anche se questi sistemi in uso anche da parte di altre società non sono ancora stati approvati dall’autorità di regolamentazione Ofcom, che ne sta valutando la conformità.

TikTok non sembra però passarsela male: i tagli arrivano mentre i ricavi continuano a crescere vertiginosamente nel Regno Unito e in Europa, segnando un +38% nel Regno Unito e Ue su base annua nel 2024, raggiungendo i 6,3 miliardi di dollari.

Chi sa se dopo questa decisione continueranno a crescere.

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Chiara Buratti muove i suoi primi passi nel mondo del giornalismo nel 2011 al "Tirreno" di Viareggio. Nel 2012 si laurea in Comunicazione Pubblica e nel 2014 consegue il Master in Giornalismo. Dopo varie esperienze, anche all'estero (El Periódico, redazione Internazionali - Barcellona), dal 2016 è giornalista professionista. Lavora nel web/nuovi media e sulla carta stampata (Corriere della Sera - 7, StartupItalia). Ha lavorato in TV con emittenti nazionali anche come videoeditor e videomaker (Mediaset - Rete4 e Canale 5, Ricicla.tv).