
Mentre il mondo dell’informazione statunitense si polarizza in modo sempre più intenso fra pro e anti-Trump, l’ex corrispondente di Politico e della startup Puck Tara Palmeri ha scelto di provare a rimanere imparziale sfruttando YouTube.
Per farlo senza pressioni, Palmeri ha lasciato il suo precedente incarico alla media company Puck per aprire il suo canale sulla piattaforma video di Google, dove pubblica analisi e interviste con esponenti politici di entrambi i partiti.
Molti dei video iniziano con la stessa formula: “Sono Tara Palmeri. Mi considerano una delle reporter più temute e audaci di Washington DC perché non sto dalla parte di nessuno, né dei Democratici, né dei Repubblicani”.
Palmeri ha raccontato la sua scelta al New York Times, sottolineando come, a differenza di conduttori conservatori à la Tucker Carlson e di podcast schierati a favore del partito democratico – come The Contrarian e MeidasTouch – “non sono legata a nessuno dei due partiti ed è per questo che non ho molti amici”.
Oltre a YouTube, così come altri giornalisti che hanno lasciato emittenti e testate di prestigio, Palmeri è sbarcata su Substack, con la sua newsletter The Red Letter.
Senza rendere conto a nessuno
Adam Faze, un esperto di media e nuovi format video su TikTok, ha evidenziato un punto cruciale nel giornalismo di Palmeri.
L’ex corrispondente di Puck combina due aspetti: la capacità di comunicare in maniera equilibrata, senza eccessi, ma comunque coinvolgente e differente rispetto a un programma di informazione in tv, e la qualità delle fonti e di esperienza all’interno dei suoi contenuti.
Palmeri ha trascorso cinque della sua carriera al New York Post.
Una tappa fondamentale, ha raccontato all’ex stratega repubblicano Steve Schmidt, per imparare a esaltare l’impatto di inchieste di qualità sfruttando i toni coinvolgenti e, a volte, sensazionalistici, tipici del quotidiano.
La giornalista ha poi lavorato per Politico – sia a Washington, sia a Bruxelles, nel dorso europeo -, Cnbc, Cnn e Abc.
Tuttavia, ha dichiarato, “ho sempre avuto la sensazione di non aver mai trovato un posto in cui sentirmi davvero a casa”.
L’unica eccezione è stata proprio Puck, in cui ha trascorso quasi tre anni. “È stato il contesto più vicino a quello di scrivere direttamente per un pubblico, ma l’editing veniva comunque fatto in un modo che non mi apparteneva”.
A Puck, scrive il New York Times, Palmeri aveva uno stipendio base di 260mila dollari all’anno e ora ha deciso di finanziare i suoi nuovi progetti con i propri risparmi.
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“Ha un modo di parlare che ti fa sentire come se stessi chiacchierando con un’amica”, invece che con una giornalista, ha dichiarato l’ex collaboratrice e stratega del partito repubblicano, Holly Harris.
È un approccio che, per l’intervistato, può celare delle trappole e rivelarsi “un po’ pericoloso”, ha aggiunto Harris. “All’improvviso ti rendi conto di aver rivelato dei segreti di Stato”.