Sora conquista e divide i social con stupore, caos e video impossibili

Di il 18 Ottobre, 2025
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Il nuovo strumento di OpenAI porta la creazione di filmati a un nuovo livello, ma apre interrogativi profondi sul significato di realtà e fiducia nei confronti dell'informazione e dei social media
Foto copertina: Flickr.

Dopo il successo di mesi fa dell’Italian brainrot l’attenzione è passata ora su OpenAI.

In seguito all’aggiornamento più recente di Sora (2) – strumento lanciato dall’azienda per la creazione video a partire da un comando testuale – è possibile realizzare contenuti audiovisivi in un paio di minuti.

L’alta qualità dei filmati, unita all’assurdità di alcuni contenuti, stanno provocando le reazioni degli utenti, tra il divertimento e lo sconcerto.

Febbre artificiale

Nonostante al momento sia possibile scaricare l’app solo tramite invito, i video generati dall’intelligenza artificiale dell’azienda guidata dall’amministratore delegato Sam Altman stanno già spopolando sui vari social media in giro per il mondo.

In meno di cinque giorni, l’applicazione è stata scaricata oltre un milione di volte, come scrive Bbc.

Numeri considerevoli e giustificati dall’interesse generale che in questo momento pervade tutto quello che che riguarda l’IA.

Nel caso specifico, si tratta di video nei quali personaggi storici e celebrità compiono azioni inverosimili o contro il loro credo stanno invadendo i feed di milioni di utenti. E gli algoritmi, al momento, apprezzano.

Questione di buonsenso

Casi come la figlia del noto attore Robin Williams, scomparso nel 2014, che chiede ai suoi fan di smettere di inviarle video creati con l’IA di suo padre stanno diventando un fenomeno quasi quotidiano.

Anche la figlia di Martin Luther King Jr. ha fatto eco alle dichiarazioni di Zelda Williams.

“Sono d’accordo anche per quanto riguarda mio padre. Per favore, smettetela”, ha scritto su X, riferendosi alle migliaia di video che le sono stati inviati  negli ultimi giorni.

Questi filmati puntano a ridicolizzare certi personaggi ed eventi storici, modificandoli a proprio piacimento.

È proprio questa una delle forze più prorompenti – e pericolose – dell’IA: offrire la possibilità di plasmare la realtà attraverso un semplice input.

Con questo fenomeno si ha un ritorno ai deep fake in versione aggiornata e sempre più convincente.

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Foto: Unsplash.

OpenAI ci ripensa

Se, in una fase iniziale, il management di OpenAI si era fatto paladino della libertà di parola, ora l’azienda sta valutando misure per limitare la creazione senza freni di questi contenuti, che potrebbero costargli conseguenze a livello legale.

Un portavoce dell’organizzazione ha di recente detto a Nbc News che “nonostante esistano forti interessi legati alla libertà di espressione nella rappresentazione di figure storiche, riteniamo che i personaggi pubblici e le loro famiglie debbano avere, in ultima analisi, il controllo su come viene utilizzata la loro immagine”.

È proprio la perdita di controllo che rischia di creare situazioni scomode.

Leggi che faticano a stare al passo con queste nuove tecnologie non proteggono in maniera tempestiva i consumatori.

Di conseguenza, questo caos rischia di portare a una perdita di fiducia diffusa nei confronti delle piattaforme digitali.

Come misure preventive, OpenAI ha adottato diversi metodi per aiutare gli utenti a distinguere contenuti generati con Sora. Il nome dell’applicazione, ad esempio, appare in sovraschermo per tutta la durata del video e specifici metadati indicano la natura del contenuto.

Ma misure simili non sembrano poter fermare in maniera efficace la rapida diffusione di contenuti artificiali su Internet.

Sarà quindi interessante osservare il tipo di impatto che questa tendenza avrà sul futuro dei media e della comunicazione online.

Intanto, però, una cosa è certa. La capacità di discernere contenuti reali da quelli generati dall’IA e, in senso più ampio, essere in grado di riconoscere le fake news e distinguere il vero dal falso sta diventando una competenza sempre più necessaria per gli stessi social media, oltre che per le testate giornalistiche.

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Marco Pieri
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Marco è un giovane professionista della comunicazione digitale. Dopo la laurea triennale in Scienze della Comunicazione presso l’Università di Bologna nel 2023, si è trasferito a Philadelphia, negli Stati Uniti, dove ha conseguito un Master in Strategic and Digital Communication. Appassionato di tecnologia e intrattenimento, Marco ama restare sempre aggiornato sui nuovi trend e sulle notizie che influenzano il mondo dei social media e della comunicazione digitale, raccontandoli attraverso uno storytelling moderno ed efficace.