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OpenAI ha presentato il suo primo browser. Sviluppato internamente dall’azienda guidata dall’amministratore delegato Sam Altman, si chiama Atlas e ha l’obiettivo dichiarato di provare a trasformare il modo in cui le persone accedono al web.
La società di Altman entra così in diretta competizione con i giganti della tecnologia come Google e Microsoft, puntando a trasformare l’IA in un nuovo punto d’ingresso a Internet e spostando il baricentro della ricerca online dalle parole chiave ai dialoghi fra utente e chatbot.
Questo dopo aver recentemente lanciato la sfida a TikTok, Instagram e LinkedIn con Sora 2 altre funzionalità lanciate di recente.
Atlas, spiegato
Al momento Atlas è disponibile solo per il sistema operativo macOS di Apple, ma OpenAI ha già annunciato che il lancio sarà esteso a Windows e dispositivi mobili nelle prossime fasi.
Il browser integra ChatGpt in una barra laterale, dove l’IA generativa può analizzare in tempo reale la pagina web visualizzata e fornire una guida contestuale, eliminando la necessità di copiare e incollare contenuti tra le schede.
Ma la vera novità è l’introduzione di agent mode, ossia una funzione che permette all’intelligenza artificiale di controllare il cursore e la tastiera per eseguire azioni automatiche: prenotare un volo, compilare un modulo, modificare un documento o condurre ricerche complesse su istruzione dell’utente.
Atlas, quindi, non si presenta solo un browser, ma è stato sviluppato per essere un assistente autonomo, capace di esplorare la rete, interpretare le richieste e restituire risposte già elaborate, senza costringere l’utente a passare da un sito all’altro.
Inoltre, con il consenso dell’utente, ChatGpt potrà anche accedere alla cronologia di navigazione per fornire risposte e suggerimenti più pertinenti, aprendo la strada a un’esperienza sempre più personalizzata.

Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI, all’evento TechCrunch Disrupt nel 2019. Foto: Flickr.
“Rara opportunità”
Lo stesso Altman ha definito Atlas “una rara opportunità, che si presenta una volta ogni decennio, per ripensare cosa può essere un browser e come usarlo”.
OpenAI vuole creare un’interfaccia in grado di fondere la navigazione tradizionale con l’interazione conversazionale, ridefinendo il concetto stesso di accesso alle informazioni online.
Secondo Fidji Simo, responsabile delle applicazioni di OpenAI, “ChatGpt diventerà nel tempo il sistema operativo della vita quotidiana: un hub connesso che aiuta a gestire la giornata e a raggiungere i propri obiettivi”.
L’azienda punta così a consolidare un rapporto diretto con gli oltre 800 milioni di utenti settimanali del suo chatbot, molti dei quali oggi utilizzano ChatGpt stesso tramite i browser di Google o Microsoft.

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Competizione serrata
Atlas si inserisce in un mercato molto competitivo.
Google ha da poco integrato il suo chatbot Gemini in Chrome, la startup Perplexity ha rilasciato il browser Comet AI, e Microsoft – principale investitore di OpenAI – ha introdotto una modalità Copilot nel suo Edge e nel sistema operativo Windows 11.
Ma stavolta la minaccia per Google sembra più concreta. OpenAI controlla infatti il modello di IA generativa più utilizzato al mondo.
Il mercato globale dei browser Internet vale oggi 73,3 miliardi di dollari, scrive il Sole 24 Ore, e, secondo le stime, potrebbe raggiungere 125 miliardi entro il 2032, con un tasso di crescita annuo del 7%.
In un contesto simile, il nuovo strumento di OpenAI rappresenta un passo strategico per estendere la propria presenza oltre il chatbot, conquistando una fetta sempre più ampia dell’esperienza digitale quotidiana.
La notizia ha avuto un effetto immediato anche sui mercati: le azioni di Google hanno perso fino al 3%, mentre Microsoft è scesa di meno dell’1%.
Un segnale che il nuovo browser di OpenAI non è soltanto un esperimento tecnologico, ma un potenziale scossone agli equilibri del web.