I giornali sono preoccupati per AI Mode di Google

Di il 04 Giugno, 2025
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Secondo i gruppi editoriali internazionali l'aumento dell’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale da parte del pubblico rischia di diminuire il traffico online verso i siti di notizie

Google da alleato dei giornali a potenziale rivale. Dopo aver rappresentato il mezzo più diffuso per portare visitatori sui siti di informazione lo scorso anno, la nuova funzione AI Mode del motore di ricerca rischia di ridurre i click sui contenuti delle testate.

Il pubblico è sempre più incline a informarsi tramite riassunti generati dall’IA, piuttosto che fare ricerche approfondite e selezionare articoli online.

Senza permesso

Questa tendenza, sottolinea Press Gazette, sta preoccupando gli editori, che rischiano di restare impotenti davanti a questa minaccia.

Google impedisce infatti ai media di escludere i propri siti dalle funzioni di AI Mode senza eliminarli anche dal motore di ricerca.

Di conseguenza, il gruppo di Mountain View non ha bisogno di chiedere direttamente il permesso ai giornali di usarli come fonte.

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Immagine: Wikimedia Commons.

Dopo AI Oveviews

AI Mode, al momento disponibile solo per gli utenti negli Stati Uniti, è il successore di AI Overviews, attivo invece in tutto il mondo. Entrambe le funzioni si prefiggono di integrare la ricerca online con l’IA e un’interfaccia simile a quella dei chatbot.

AI Overviews è integrato in Google Search e fornisce un riassunto dei risultati di ricerca.

AI Mode è una funzione separata, che permette agli utenti di fare domande lunghe e complesse, le quali vengono poi divise dal programma in sezioni più ristrette per dare risposte concise e semplificate.

L’obiettivo finale di Google è quello di personalizzare il più possibile le esperienze di ricerca, creando delle risposte basate sulle esigenze dei singoli utenti.

Peggio per i giornali

Il conflitto tra editori e le compagnie di IA è iniziato perché troppo spesso i programmatori utilizzavano senza permesso i contenuti dei media per allenare i modelli di intelligenza artificiale.

Ora, nonostante i vari accordi di licenza tra società di IA per l’utilizzo legale dei contenuti giornalistici, il conflitto si è allargato su altri fronti.

I gruppi editoriali accusano di plagio le piattaforme che utilizzano i contenuti online per creare riassunti e schede informative.

In realtà, le fonti giornalistiche sono sì citate dall’IA – anche se in modo quasi nascosto. Ma questo incentivo non è sufficiente a spingere gli utenti, sempre più inclini a fermarsi all’informazione fornita dal programma, a cliccare sul contenuto originale.

Lo specchietto fornito da Google offre già un riassunto efficace, che richiede quindi meno tempo e sforzo.

Come risultato, il traffico verso i siti di media sta diminuendo.

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Foto: Canva.

Sii inimitabile

Per superare queste sfide, gli editori devono adeguarsi alla nuova era dell’IA, sapendo diversificare le proprie fonti di ricavo.

I compensi provenienti dagli accordi commerciali con le società di IA, infatti, saranno spesso insufficienti a sostituire i ricavi persi.

Con Google la situazione è anche più complicata, poiché il gruppo guidato da Sundar Pichai sembra essere ancora meno incline a raggiungere accordi con i gruppi editoriali.

Una soluzione valida, invece, potrebbe essere quella di creare contenuti non replicabili dall’IA.

Prodotti che le piattaforme siano in grado solo di menzionare, ma non di spiegare in maniera esaustiva.

Non limitarsi alla cronaca, ma creare contenuti complessi e unici che offrono punti di vista che l’IA fatica a riscrivere. In questo modo, i lettori saranno obbligati a visitare la fonte primaria, per capire appieno il riassunto generato dall’IA.

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Sundar Pichai, ad di Google, all’edizione del 2017 dell’evento Google IO. Foto: Wikimedia Commons.

Vittime di sé stessi

In ogni caso, l’avvento di AI Mode può danneggiare altri settori, oltre a quello editoriale.

Google sta infatti cercando di trasformare l’intero sistema di ricerca online e l’architettura del web. Questo potrebbe produrre un cambiamento radicale nella rete.

Internet è basato sulle interazioni umane. Scambio di commenti, discussioni sui forum online, articoli di giornale, opinioni e molto altro.

Se invece, AI Mode riuscirà a trasferire l’intero traffico dal web tradizionale a programmi IA, i contenuti digitali saranno sempre meno.

Questo creerebbe un grosso problema anche alle stesse società tecnologiche, che potrebbero finire vittime del loro stesso gioco. Se loro stesse saranno le uniche a produrre contenuti sul web, non ci sarà più materiale per allenare le loro IA.

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