
“Il potere logora chi non ce l’ha”. Questa battuta, attribuita all’ex presidente del Consiglio Giulio Andreotti, ha attraversato i decenni e torna utile anche oggi per descrivere i nuovi equilibri nell’arena social della politica nazionale, dove a dominare è Giorgia Meloni.
Infatti, a quasi tre anni dalla vittoria alle elezioni politiche, la presidente del Consiglio si conferma al centro dell’attenzione sulle piattaforme digitali.
Non solo i suoi account continuano a crescere più rapidamente – in valore assoluto – rispetto a tutti gli altri leader politici, ma, per la prima volta dal 2022, conquista anche il primato in termini di reaction totali sui social, superando il suo alleato di governo e vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini.
Un doppio sorpasso che segna un cambio di passo e che non va sottovalutato, in particolare se si guarda alla scadenza della legislatura del 2027.
Questa congiunzione favorevole si manifesta in particolare su due piattaforme: TikTok e Instagram, territori dominati da un pubblico giovane e iperconnesso.

La sala del Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi, a Roma. Foto: Wikimedia Commons.
Meloni e l’opposizione
La sintesi delle classifiche proviene dall’ultimo report realizzato dalla società di marketing e raccolta dati Arcadia, chiamato il Club dei Milionari, che ha raccolto le performance degli account social dei leader politici italiani sui quattro social media principali – Facebook, Instagram, X e TikTok – nei primi sei mesi del 2025, confrontandoli con il semestre precedente.
Ma l’analisi complessiva presenta diversi aspetti che meritano attenzione.
Sulle quattro piattaforme, gli account della premier hanno incassato 1,29 milioni di nuovi follower da gennaio a giugno.
In particolare, a far registrare l’incremento maggiore è l’account Instagram, che guadagna 482mila nuovi utenti.

I dieci maggiori aumenti di follower in valori assoluti sui quattro principali social media – Facebook, Instagram, X e TikTok – nel primo semestre del 2025. Grafico: Arcadia.
Ci sono buoni risultati anche per l’opposizione.
In complessivo, sulle quattro piattaforme di riferimento, i leader del campo largo – Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, Elly Schlein e Riccardo Magi – non possono contare su un pubblico numeroso come quello di Meloni, ma fanno comunque segnare degli incrementi percentuali significativi.
Su Facebook spiccano le performance della pagina di Schlein, segretaria del Partito democratico, in crescita del 9,4%, con 29mila follower in più, dietro soltanto al leader di Forza Italia e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
Bonelli, segretario di Sinistra italiana, guadagna 2,9mila iscritti (+8,4%). Fratoianni è al quarto posto, con 14mila nuovi follower, corrispondenti a un aumento del 7,5%.

La crescita di follower su Facebook dei principali leader politici italiani, in valori percentuale e assoluto. Grafico: Arcadia.
Bonelli, portavoce di Europa Verde e leader, insieme a Fratoianni, di Alleanza Verdi e Sinistra, domina invece la classifica per crescita percentuale dei propri follower su Instagram, aumentando del 233% e guadagnando 19mila utenti. Seguono Magi e Fratoianni stesso.
I tre esponenti dell’opposizione, nonostante registrino le migliori performance di crescita, in valore assoluto non superano i 40mila nuovi follower raccolti negli ultimi sei mesi, contro i 482mila di Meloni.

La crescita di follower su Facebook dei principali leader politici italiani, in valori percentuale e assoluto. Grafico: Arcadia.
Anche su X, Bonelli ha la migliore performance di crescita (+19%), ma sono soltanto 2,8mila i nuovi account che lo seguono, contro i 233mila della premier (+8,6%, al secondo posto come percentuale).
In negativo Matteo Renzi, segretario di Italia viva, e Schlein, che perdono rispettivamente 31mila e 3,5mila follower.
La segretaria del Partito democratico si rifà su Tikok, dove guida la crescita percentuale (+382%) e raccoglie 79mila nuovi profili.
Anche sulla piattaforma cinese, comunque, Meloni si attesta su altri numeri, guadagnando 400mila iscritti (+19%).

La crescita di follower su X e TikTok dei principali leader politici italiani, in valori percentuale e assoluto. Grafici: Arcadia.
L’ennesimo post
Non tutti gli esponenti politici seguono la stessa strategia social.
Una delle differenze più lampanti sta nella quantità di contenuti pubblicati.
Considerando il numero di post per ognuna delle quattro piattaforme, Fratoianni è a capo della curiosa classifica, con 1.685 contenuti condivisi su X, seguito da Carlo Calenda, segretario di Azione, con 1.344 post, sempre su X.
Al terzo posto Matteo Salvini, che da gennaio a giugno ha pubblicato sulla pagina Facebook 821 post.
Grazie Instagram
Spostando l’attenzione sul rapporto fra politici e social media, Instagram risulta essere la piattaforma dove i leader riescono a raccogliere le performance migliori quando si tratta di coinvolgere i follower, in termini quindi di interazioni.
Ed è proprio sul social di Meta che la premier, grazie alla mole maggiore di follower a disposizione, trionfa nella classifica delle reazioni – che analizza le reaction totali sul numero complessivo di post per ciascuna delle quattro piattaforma di riferimento.
Su Instagram, Meloni ha pubblicato 215 contenuti in sei mesi, generando quasi 17 milioni di reazioni.
Segue Salvini che, sulla stessa piattaforma, ha sfiorato i 15 milioni di reaction, ma diluite su 762 post.
Il contenuto video più visto nel periodo compreso fra gennaio a giugno del 2025 – di nuovo, analizzando le visualizzazioni totali per ciascun social media – è proprio del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, con 25,5 milioni di visualizzazioni su Instagram.
Si tratta di un filmato del 12 marzo del 2025, in cui una funzionaria di Trenitalia fa scendere dal treno una persona senza biglietto.
Al secondo posto, con 20,5 milioni di riproduzioni, c’è il video dell’incontro del 18 aprile di Meloni con Elon Musk alla Casa Bianca a Washington, pubblicato dall’account Instagram della presidente del Consiglio.
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Canali Meloni
Diventano strumenti di comunicazione sempre più rilevanti anche i canali WhatsApp e LinkedIn, nei quali è ancora una volta Meloni ad avere – per distacco – i numeri maggiori.
Al suo canale WhatsApp sono iscritti in 245mila, seguito, con oltre 82mila, dal leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte.
Su LinkedIn, la differenza è ancora più marcata.
La premier conta 552mila utenti, mentre Tajani, secondo, si ferma a circa 21mila.

Il numero totale di iscritti ai canali pubblici LinkedIn e WhatsApp al 30 giugno 2025. Grafici: Arcadia.
È infine indicativo richiamare l’indicatore di popolarità relativa stilato da Google Trends per i singoli temi di ricerca.
Google Trends assegna a ogni termine di ricerca un indice di popolarità su una scala che va da zero a 100 – dove 100 rappresenta il momento in cui l’interesse online per quel termine ha raggiunto il suo massimo.
In base a questo parametro, solo Meloni ha raggiunto, nel corso dei primi sei mesi dell’anno, il valore massimo di 100, il livello più alto secondo la funzione del motore di ricerca.
Lo ha fatto registrare una sola volta, il 15 gennaio, nonostante altri picchi considerevoli ottenuti durante il semestre.
E anche guardando alla media settimanale dell’indice di popolarità su Google Trends nel primo semestre del 2025 – sulla stessa scala da zero a 100 –, la presidente del Consiglio presenta un valore di 23 – molto più alto della leader del Partito democratico, Schlein, al secondo posto con una media di quattro.

Grafico: Arcadia.
Non solo vanity metric
Nonostante per molti osservatori le interazioni siano ancora considerate come vanity metric, prive di importanza, la portata di questi dati raccontano la presenza quotidiana, riconoscibile – efficace o meno – dei politici italiani sui social media.
Una presenza in grado di costruire legami virtuali, destinati a pesare anche nel mondo reale.
In un periodo in cui le leadership sono fragili e volatili, l’attenzione è una componente importante per costruire e consolidare il proprio consenso.
Nel frattempo, il 2027, anno delle prossime elezioni politiche, si avvicina.
Voteranno per la prima volta i nati tra il 2006 e il 2009, coorti di età che non hanno mai conosciuto un mondo senza smartphone e social media e si informano sempre di più sui new media.
Rappresentano l’elettorato più sfuggente e imprevedibile che la democrazia abbia incontrato e parte della più ampia fascia anagrafica – quella compresa fra 18 e 34 anni – in cui si è registrata la maggiore percentuale di astenuti (42,7%) alla tornata del 2022.
Saper parlare la loro lingua, abitarne i canali e interpretarne i codici sarà una chiave importante per emergere o confermarsi.