1. Niente turnover nella comunicazione
Uno studio condotto da Patino Associates ha evidenziato che il turnover dei Chief Communications Officers (CCO) delle aziende Fortune 500 ha raggiunto il livello più basso degli ultimi cinque anni. Nel dettaglio, 8% nel 2023 contro il 17% nel 2022 e il 15,2% nel 2021. Dopo un periodo in cui ritmo dei cambiamenti nella C-suite era aumentato a causa della pandemia, della crisi economica e delle guerre, dal 2023 si registra infatti un rallentamento della rotazione dei top manager nei ruoli apicali delle aziende.
I motivi dietro questa “inversione di marcia” sono numerosi: dalla stagnazione del mercato del lavoro, all’attuale incertezza economica, fino al rallentamento dei turnover degli stessi CEO delle aziende, che ora mediamente rimangono nello stesso ruolo per sette anni. Questa tendenza può in parte derivare anche da ragioni demografiche ed economiche, come la permanenza di lavoratori oltre i 65 anni di età.
Se da un lato questo trend può essere visto come positivo, dall’altro bisogna considerare che una maggiore lentezza dei turnover significa minori opportunità per i nuovi talenti e anche minori probabilità di avanzamento di carriera. Inoltre, in un contesto storico in cui la comunicazione assume un ruolo sempre più importante, la concorrenza aumenta significativamente.
Come uscire da questa impasse? Con il miglioramento dell’economia e l’aumento delle IPO, fusioni e acquisizioni, cresceranno le nuove opportunità per i talenti della comunicazione e, quando ciò accade, i manager tendono a muoversi più liberamente generando maggiori opportunità.
Solo così la comunicazione di alto livello potrà stare al passo con i tempi e rispondere efficacemente alle nuove sfide poste dall’intelligenza artificiale e dall’evoluzione dei media.
2. Good news: il 66% dei Chief Communication Officer è donna
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