
TikTok potrebbe presto risolvere uno dei capitoli più critici della sua presenza negli Stati Uniti: l’entrata in vigore del Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act — la cosiddetta legge “divest-or-ban” – che ha costretto ByteDance a trovare una soluzione per evitare un blocco totale dell’app nel Paese.
Ora, secondo The Information, l’accordo per cedere le attività statunitensi a un gruppo di investitori che non siano cinesi sarebbe vicino. E tra i nomi coinvolti c’è Oracle, che potrebbe entrare come socio di riferimento mantenendo ByteDance una quota di minoranza, sufficiente a rispettare i requisiti di legge.
Intanto, TikTok parla di una nuova app, indipendente, chiamata M2 e destinata esclusivamente al mercato USA su cui al momento poco si conosce.
Nel frattempo, ByteDance ha ringraziato il presidente Trump per il sostegno, sottolineando l’impegno a garantire continuità a oltre 170 milioni di utenti americani e 7,5 milioni di imprese che fanno affidamento sul social.
Ma i legislatori sostengono che senza una separazione netta da ByteDance, i rischi legati all’accesso di Pechino ai dati restino “inaccettabili”.

Un utente di TikTok. Foto: Pexels
Nuova veste
Il piano comunicato da ByteDance prevede, appunto, una versione “indipendente” dell’app, chiamata M2, che sarà utilizzata e destinata soltanto al mercato e agli utenti statunitensi.
Il rilascio negli store digitali americani sarebbe fissato per il 5 settembre, mentre la versione attuale verrebbe rimossa dagli store e disattivata definitivamente a marzo 2026, se la cessione dovesse andare in porto.
Sulla nuova piattaforma gli utenti potrebbero ritrovare il proprio account “così com’era”, con lo stesso numero di follower (resta da capire se verranno defalcati gli account di coloro che non si trasferiranno sulla nuova).
Insomma, un gemello di TikTok che avrà, però, un altro nome.

Donald Trump, 45esimo e 47esimo presidente degli Stati Uniti d’America nello Studio Ovale. Foto: Flickr
Il ban di TikTok
Il ban di TikTok negli Stati Uniti è durato, finora, solo un giorno: la sospensione del servizio avvenuta a ridosso del 19 gennaio, vigilia dell’insediamento di Trump, è stata subito revocata dal nuovo presidente con un provvedimento d’urgenza.
ByteDance e TikTok hanno sempre negato qualsiasi condivisione di dati sensibili con Pechino, ma la pressione bipartisan sul Congresso e le sentenze della Corte Suprema hanno reso inevitabile la dismissione di asset strategici.
Al momento, la scadenza legale dell’amministrazione Trump è fissata al 17 settembre, dopo una terza proroga firmata a giugno, non senza dubbi di legittimità giuridica.
Nonostante il lancio imminente della nuova app M2,la strada, però, resta complessa perchè il governo cinese dovrà approvare qualsiasi accordo di cessione, mantenendo alta la tensione con Washington anche sul fronte dei dazi.
Trump, in un’intervista a Fox News, ha parlato di un gruppo di “persone molto ricche” pronte a rilevare la piattaforma e ha promesso di rivelarne i nomi a breve.
Nel frattempo ci sarebbero già schiere di politici, associazioni, Big Tech che non amano la piattaforma cinese come pure imprenditori esclusi dalle trattative sull’acquisto perché sgraditi al tycoon e pronti a impugnare quello che potrebbe nascere dall’accordo tra Usa e Cina.
Insomma, la strada per ByteDance sarà ancora lunga e nemmeno troppo facile.