Se i giornali non bastano più a sé stessi, servono i podcast

Di il 16 Settembre, 2025
L'informazione filtrata dagli strumenti di IA appiattisce il consumo di notizie e svaluta la qualità dei contenuti delle testate, rendendo necessario l'antidoto creativo proveniente dai nuovi media
Foto copertina: Flickr.

Approfondimenti, editoriali, esclusive, breaking news. Nel tempo dell’IA, i contenuti giornalistici non bastano più alle testate e alle emittenti tradizionali, che oggi stanno puntando sui new media, in particolare i podcast, per attrarre nuovi visitatori sulle proprie pagine e reti televisive.

Un’analisi pubblicata da Isabella Simonetti, media reporter del Wall Street Journal, affronta il tema, sostenendo che i podcast possono essere l’antidoto creativo a una dieta mediatica appiattita e omogeneizzata dal consumo di notizie che avviene sempre più sui chatbot di intelligenza artificiale.

Mediatrends ha approfondito in più occasioni le problematiche e le opportunità derivanti dalla crescita dell’utilizzo degli strumenti di IA per informarsi. Da una parte, AI Mode e – in misura minore – AI Overviews di Google stanno drenando le visite sugli articoli dei giornali. Dall’altra, il traffico generato sui siti delle testate da parte di servizi come ChatGpt è ancora insufficiente per rappresentare un’alternativa valida.

Ecco allora che, ciascuno a modo suo, i gruppi editoriali stanno puntando sui podcaster.

A ognuno il suo

Uno dei casi più noti è quello di Fox, che, nell’ultimo anno, ha avviato una serie di collaborazioni con diversi podcast di stampo conservatore. Questo format è stato efficace nel convogliare consenso verso il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aiutandone la rielezione.

Prima, a febbraio di quest’anno, Fox Corporation ha acquisito la società di media digitali Red Seat Ventures, che collabora in ambito pubblicitario e marketing con personalità di spicco affini alla destra del movimento Make America Great Again – nonché ex volti di Fox News stessa – come Bill O’Reilly, Tucker Carlson e Megyn Kelly, che pochi mesi fa ha lanciato la sua società di produzione di podcast.

Si è aggiunta alla squadra di Red Seat anche Brett Cooper, una youtuber di destra che, specifica il Wall Street Journal, sarà anche collaboratrice di Fox News.

Fox News stessa, a giugno ha poi stretto un accordo di licenza, il primo della sua storia, con il podcast conservatore Ruthless. Il programma è condotto da quattro esperti di comunicazione politica.

Si tratta di Josh Holmes, ex capo dello staff del senatore repubblicano Mitch McConnell, Michael Duncan, John Ashbrook – anche loro già colleghi nell’ufficio di McConnell. Completa la formazione Shashank Tripathi, conosciuto per i contenuti provocatori X pubblicati con lo pseudonimo Comfortably Smug.

Un altro esempio citato dal Wall Street Journal è Vox Media, che ha stretto due partnership importanti: la prima con la stilista londinese Bella Freud, per il suo podcast Fashion Neurosis with Bella Freud, la seconda con gli analisti politici David Axelrod, Mike Murphy e John Heilemann, conduttori del programma Hacks on Tap.

Solito New York Times

Stando ai dati di uno studio di Edison Research e citati dal Wall Street Journal, nel 2025 il pubblico statunitense dai 13 anni in su trascorrerà in totale circa 773 milioni di ore sui podcast ogni settimana. Nel 2015, la media settimanale era di 170 milioni di ore.

Il mezzo preferito per vedere i podcast, non solo ascoltarli, resta YouTube.

Lo sa bene la New York Times Company, che può contare su 11,88 milioni di abbonati e ha chiuso il secondo trimestre dell’anno facendo registrare circa 230mila iscritti in più alle proprie testate rispetto ai primi tre mesi dell’anno.

Per continuare ad avvicinare un pubblico giovane, The Athletic, la rivista sportiva del gruppo, ha siglato un oneroso accordo di licenza con il podcaster ed ex presentatore di Espn, Pablo Torre, conduttore dello show Pablo Torre Finds Out, in onda su YouTube e altre piattaforme.

Il Wall Street Journal scrive di un contratto “a sette cifre”, ossia di almeno un milione di dollari.

Ma può valerne la pena, dati i numeri di Torre e del suo podcast e gli scoop che riesce ad avere sul suo programma, come la notizia secondo cui la squadra di Nba Los Angeles Clippers avrebbe superato i limiti imposti dal salary cap per pagare oltre il consentito il suo giocatore Kawhi Leonard.

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Francesco Puggioni
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Journalist writing on European politics, tech, and music. Bylines in StartupItalia, La Stampa, and La Repubblica. From Bologna to Milan, now drumming and writing in London.

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