Giorgia Meloni punta sempre più sulla comunicazione per blindare le prossime elezioni

Di il 02 Settembre, 2025
Foto Flickr free NONCOMMERCIAL Prime Minister Keir Starmer meets Giorgia Meloni
Gian Marco Chiocci, direttore del Tg1, sembrerebbe essere un forte candidato per il ruolo vacante di portavoce della premier. Ma restano molti interrogativi sul suo eventuale nuovo incarico
Foto copertina: la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con il primo ministro britannico, Keir Starmer, a Roma, nel 2025, per un incontro bilaterale. Foto: Flickr.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo avrebbe capito con largo anticipo. Per (ri)vincere le prossime elezioni nazionali non bastano programmi e leadership, occorre anche un team di comunicazione ancora più forte.

È in questa cornice che si inserisce il nome di Gian Marco Chiocci, direttore del Tg1, indicato dal Foglio come possibile nuovo portavoce della premier.

La notizia ha fatto il giro delle redazioni, alimentando il dibattito su un cambio di passo a Palazzo Chigi.

Chiocci ha subito raffreddato le indiscrezioni, parlando di “chiacchiere” e ribadendo di stare bene al Tg1. Nessuna investitura ufficiale, insomma, almeno per ora.

Meloni von der Leyen foto Wikimedia free Italia ue Unione Europea

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni a Lampedusa. Foto: Wikimedia Commons.

Precedente di peso

Il ruolo che Meloni vorrebbe affidargli non è nuovo. Nel marzo 2023 era stato Mario Sechi a ricoprire un incarico simile: ufficialmente si trattava di capo ufficio stampa della presidenza del Consiglio.

Un’esperienza durata appena tre mesi.

L’attuale direttore di Libero aveva lasciato l’incarico dopo tensioni interne, in particolare con la segretaria personale della premier, Patrizia Scurti, e dopo le critiche piovute sulla gestione della conferenza stampa di Cutro, dove si era verificato il naufragio che aveva causato la morte di 94 migranti.

Rimpasto

L’arrivo di Chiocci, se confermato, andrebbe a rafforzare una squadra in cui sono già centrali Fabrizio Alfano, che gestisce i rapporti con la stampa, il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari e Tommaso Longobardi, quest’ultimo punto di riferimento per la comunicazione digitale.

Resta da capire quale ruolo concreto potrebbe ritagliarsi Chiocci in un meccanismo delicato come quello di Palazzo Chigi.

Domande senza risposta

Evitare gli scontri interni che hanno segnato l’esperienza di Sechi sarà il primo passo, perché il rapporto con l’entourage della premier – Scurti e Iannello in primo luogo – resta decisivo.

Poi ci sarà la sfida del peso politico: Chiocci potrà davvero incidere come fece Rocco Casalino con l’ex premier Giuseppe Conte? Avrà quella libertà di azione negata a Sechi?

E infine il nodo dei linguaggi: un profilo istituzionale può bastare, o servirà affiancarlo a figure più giovani esperte di new media, per rafforzare il lavoro già avviato da Tommaso Longobardi?

In gioco non c’è solo un portavoce, ma il controllo della narrazione che accompagnerà la premier fino al voto.

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