Punti Di Incontro #1 – Tra fatti e ideologia

Di il 06 Aprile, 2024

1.La DE&i nei media britannici

Da un sondaggio di FT Strategies – società di consulenza del Financial Times – condotto tra i lavoratori delle testate giornalistiche britanniche, emerge come la diversità, l’equità e l’inclusione non rappresentino ancora una priorità per le loro organizzazioni. Difatti, solo il 18% delle 450 persone intervistate ha dichiarato che la creazione di un ambiente di lavoro diversificato è tra le principali priorità della loro azienda.

Gli intervistati hanno riferito di essersi imbattuti in diverse iniziative delle realtà per cui lavorano, come la pubblicazione di annunci di lavoro per attrarre una gamma più ampia di candidati. Meno frequenti, invece, sono state le iniziative come la pubblicazione di un rapporto sul divario retributivo tra i sessi. Poco più di un terzo (35%) di coloro che hanno risposto al sondaggio ha invece dichiarato che la propria organizzazione non ha alcun obiettivo di diversità.

Tra tutti gli intervistati, l’ostacolo più citato per migliorare la diversità è stato “attrarre talenti diversi”, identificato come un problema dal 53% delle persone. Tra le ragioni meno comuni vi sono la mancanza di impegno da parte dei dirigenti (31%) e la mancanza di una direzione chiara (39%): aspetti su cui i giovani hanno posto maggiormente l’accento. Dal rapporto, infatti, è emerso come più alto è il ruolo del rispondente al sondaggio meno è probabile che questo riferisca di aver compreso perché le iniziative di DE&I dovrebbero essere una priorità.

A cappello di tutto, il rapporto ricorda come la diversità, l’equità e l’inclusione abbiano “lati positivi dal punto di vista commerciale”: lo confermano diversi studi della Harvard Business Review e di Boston Consulting Group, che suggeriscono come un’organizzazione abbia maggiori probabilità di battere i competitor e di ottenere maggiori entrate con una forza lavoro diversificata.

 

2. …e nelle aziende italiane

Adottare politiche attente alla diversità, all’equità e all’inclusione porta alle aziende benefici a livello di innovazione, capacità di attrarre e trattenere talenti, e redditività. Lo ha confermato di recente anche uno studio condotto da The Adecco Group Italia su 500 aziende e 5mila candidati, dal titolo “Diversity, Equity & Inclusion: creare valore per il mondo del lavoro e per la società”. Dallo studio emerge come le politiche DE&I incidono positivamente per il 35% delle aziende sulla talent retention, per il 27% sui processi decisionali e sull’innovazione attraverso lo scambio di idee, punti di vista ed esperienze, e per il 13% sui risultati finanziari e di redditività. Un italiano su due, infatti, considera la DE&I un fattore determinante nella scelta dell’azienda per cui lavorare.

Per quanto riguarda le iniziative, sono diverse quelle messe in campo dalle aziende in Italia tra cui l’ability parent care: un programma di supporto rivolto alle persone che hanno figli con disturbi specifici dell’apprendimento, deficit dell’attenzione, disabilità motoria, sensoriale o neurodiversità, e che consente ai dipendenti interessati di partecipare in forma gratuita e con frequenza periodica a dei gruppi di ascolto coordinati da esperti qualificati. Inoltre, sono stati attivati dei corsi gratuiti sulla comunicazione accessibile e inclusiva per combattere gli stereotipi di genere, che spesso si nascondono dietro alle parole.

 

3. Donne e lavoro nei paesi O...

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Un commento per “Punti Di Incontro #1 – Tra fatti e ideologia
    St Augustine of Hippo

    “rapporto, presentato da un gruppo di esperti indipendenti“

    Nominato da un politico scettico, con poco altro da dire, nell’anno in cui il Regno Unito va a votare.

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