Cari giornali, è tornato Facebook

Di il 17 Maggio, 2025
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Nei primi mesi dell'anno, il social media di Meta è tornato ad aumentare la mole di traffico esterno ai siti delle testate. Ma questa ritrovata sintonia potrebbe non durare a lungo

Facebook è tornato a essere amico dei giornali, almeno di alcuni.

Dopo una flessione rilevante avvenuta lo scorso anno, la piattaforma di Meta sembra tornata a portare una quota significativa di visitatori sui siti di informazione, riaffermandosi – e rilanciandosi – come un social media prezioso per gli editori.

Il cambio di rotta è confermato da un’analisi dell’agenzia di monitoraggio Similarweb, riportata da Press Gazette, e dalla ricerca Social Publishing Index di Newswhip, una società di analisi incentrata sul rapporto fra media e social.

A novembre del 2024, ad esempio, il social media di Mark Zuckerberg aveva rappresentato il 4% del traffico esterno complessivo, in netto calo rispetto al 6,4% dello stesso mese del 2023.

Quest’anno, però, la tendenza si è invertita.

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Foto: Canva.

E poi ritornano

Sebbene non ci siano dati precisi sul valore assoluto aggiornato del traffico esterno generato da Facebook, diversi risultati indicano la ritrovata sintonia tra il social media e le testate.

In primo luogo, l’algoritmo della piattaforma – così come di Instagram e Threads – è tornato a premiare e diffondere le notizie nei feed, seguendo un approccio più personalizzato che consente a chi lo desidera di visualizzare più contenuti giornalistici.

Tant’è che a marzo di quest’anno, in oltre il 75% delle principali testate in lingua inglese prese in considerazione, la quota di traffico social da desktop attribuibile a Facebook – esclusa, quindi, la navigazione da smartphone – è aumentata rispetto allo stesso mese del 2024.

Questi dati, specifica Press Gazette, sono stati raccolti da Similarweb esaminando un campione di 68 tra le maggiori testate in lingua inglese.

Andando oltre Facebook e il pc, l’analisi mostra come, sempre tra marzo 2024 e lo stesso mese di quest’anno, il traffico complessivo proveniente dai social media sia cresciuto nel 48% dei siti analizzati.

La ricerca di Newswhip esamina invece le interazioni generate dai contenuti giornalistici su Facebook nel corso del primo trimestre di quest’anno.

In questo periodo, la piattaforma di Meta ha rappresentato l’11% dell’engagement social complessivo tra gli utenti alle prese con i contenuti pubblicati da 50 importanti editori internazionali, con un aumento tendenziale del 200%.

La crescita delle interazioni è reale, poiché non deriva da un numero maggiore di post pubblicati dalle pagine dei giornali sul social media di Meta, rimasto pressoché stabile.

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La redazione negli studi Fox di Manhattan del programma America’s Newsroom in onda su Fox News. Foto: Wikimedia Commons.

Fox ringrazia

La crescita, però, non è stata uguale per tutti.

Il maggiore beneficiario è stato Fox News, che, a marzo, ha avuto un aumento dell’engagement sui propri contenuti su Facebook di nove volte rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Dal primo gennaio al 6 maggio 2025, il canale conservatore ha totalizzato 176 milioni di interazioni, sottolinea la ricerca di Similarweb. In meno di sei mesi, ha già più che raddoppiato il totale dell’intero 2024.

La rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca ha di certo fatto da catalizzatore, attirando attenzione pubblico.

Ma non basta per spiegare il fenomeno, dato che anche media che lo stesso Trump ha sempre criticato e combattuto – come il New York Times, CnnAbc, Axios e Atlantic – hanno giovato dalla ritrovata sintonia con Facebook.

Va anche evidenziato il successo dei contenuti leggeri.

Altre testate, come il quotidiano britannico Metro – i cui contenuti hanno visto una crescita delle interazioni su Facebook del 378% a marzo 2025 rispetto a marzo del 2024 – puntano infatti su video virali, spesso incentrati su bambini e animali.

Donald Trump, 45esimo e 47esimo presidente degli Stati Uniti, e Mark Zuckerberg, ad di Meta. Foto: Flickr.

Appesi a un algoritmo

È tutto cambiato rispetto allo scorso anno, quando il team di Facebook aveva deciso di allentare il legame con i siti di informazione.

A gennaio di quest’anno, Zuckerberg ha deciso di interrompere i programmi esterni di fact-checking indipendente sulle piattaforme di Meta, una mossa di convenienza politica all’interno di una più ampia strategia per riallacciare il rapporto con l’attuale presidente degli Stati Uniti.

Non è chiaro se – ed eventualmente in quale misura – queste nuove linee guida abbiano favorito i contenuti di media più vicini alla destra trumpiana, come la stessa Fox News.

In ogni caso, sebbene sia forse ancora troppo presto per valutare i rischi di questa mossa – lo ha detto lo stesso ad, per evitare potenziali censure arbitrarie da interpretazioni troppo restrittive degli algoritmi, bisogna accettare la proliferazione di contenuti falsi o fuorvianti –, qualcosa di certo c’è: nulla è definitivo.

Meta potrebbe infatti decidere in qualsiasi momento di aggiornare di nuovo i propri sistemi e tornare a penalizzare la visibilità delle notizie nei feed.

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Journalist writing on European politics, tech, and music. Bylines in StartupItalia, La Stampa, and La Repubblica. From Bologna to Milan, now drumming and writing in London.

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