1. Come le aziende si stanno adattando alle aspettative della Gen-Z
Due anni fa Jackie Cooper, Chief Brand Officer di Edelman, chiese a un gruppo di manager quale fosse la loro più grande sfida, e questi risposero: “La Gen Z”. La risposta ha portato Cooper a lanciare il “Laboratorio Gen Z” di Edelman, attraverso il quale sono state intervistate più di 20.400 persone in 14 paesi per scoprire in che modo la Gen Z differisce dalle generazioni precedenti. È emerso che gli intervistati più giovani si preoccupano maggiormente di questioni come la salute e le finanze, sono fortemente coinvolti in cause sociali e politiche e credono che le aziende possano fare di più per risolvere i problemi sociali rispetto ai governi.
In questo contesto, le grandi società di consulenza stanno ora spingendo i CdA delle multinazionali a pensare in modo strategico al recruiting, al people management e alla talent acquisition. Stanno incoraggiando i manager ad adottare nuove pratiche, da una miglior comunicazione verso i dipendenti più giovani alla considerazione delle loro opinioni su questioni come la trasparenza, la sostenibilità e l’equilibrio tra lavoro e vita privata.
La Gen Z e i Millennials ora costituiscono il 46% della forza lavoro negli Stati Uniti, e ciò sta costringendo le aziende ad adattarsi in modi diversi dal passato. Secondo Alison Taylor, professore della NYU Stern School of Business, la Gen Z è molto difficile da impressionare: ha aspettative elevate su tutto, tra cui la salute mentale e il cambiamento climatico.
Maxime Lakat, co-responsabile 25enne dell’organizzazione no-profit canadese Re-generation, ritiene che le opinioni della Gen Z sul lavoro e sulla vita siano state modellate dai fallimenti delle persone al potere: dalle ricadute della crisi finanziaria globale e dagli effetti del cambiamento climatico, passando per il caos in politica e le guerre scoppiate recentemente. Sono desiderosi di lavor...