Dalla sicurezza all’abbigliamento, la svolta pop dell’azienda tech Palantir

Di il 07 Ottobre, 2025
Fondata nel 2003 da Peter Thiel, Alex Karp e altri tre soci è nata per fornire alle istituzioni le competenze antifrode sviluppate da PayPal. Ma oggi la sua storia è anche un'altra
Foto: Peter Thiel al Converge Tech Summit 2022 di Scottsdale, Arizona. Foto: Wikimedia Commons, Gage Skidmore.

Nata nel 2003 da un gruppo di giovani imprenditori ed esperti del tech come azienda di software per la difesa e l’intelligence, Palantir ha costruito la propria reputazione su algoritmi capaci di scandagliare dati sensibili per governi e agenzie di sicurezza.

Ma oggi, la realtà di Denver fondata da Peter Thiel – già cofondatore di PayPal e figura vicina al vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance – e guidata da Alex Karp, attuale amministratore delegato, sta riscrivendo il proprio storytelling: non più solo tecnologia, ma visione, identità, lifestyle. E sì, anche un brand.

L’ex vice primo ministro del Regno Unito, Oliver Dowden, incontra Alex Karp durante il Summit sull’intelligenza artificiale del Regno Unito nel 2023. Foto Wikimedia Commons, Ben Dance.

Da startup a brand

Come si legge su Wired, Palantir ha lanciato una linea di merchandising che propone shorts tecnici a 99 dollari, borse in nylon a 119 dollari, cappellini da baseball a 55 dollari con l’obiettivo di trasformare il proprio logo in un marchio di abbigliamento e non solo.

Gli acquirenti assieme al pacco con la merce ordinata ricevono anche dei particolari bigliettini di ringraziamento. Messaggi che richiamano la difesa dell’Occidente e la costruzione di un futuro dominato da chi “crede e costruisce”.

Palantir ha scelto una comunicazione pro-occidentale e pro-militare, non neutrale poco velata. E, soprattutto, made in Usa. Una scelta che ad alcune aziende tech della Silicon Valley non sta molto a cuore.

La strategia pare aver già attecchito. Su Reddit, infatti, la community dei Palantir bros sfiora i 110mila membri, celebrando ogni contratto governativo come se fosse una vittoria sportiva.

Eliano Younes, responsabile dell’engagement strategico della società, su X ha affermato: “Palantir è il lifestyle brand”.

Dalla nascita a oggi

Fondata nel 2003 da Thiel, Karp, Nathan Gettings, Joe Lonsdale e Stephen Cohen, Palantir Technologies nasce con l’ambizione di portare nel settore pubblico le capacità antifrode sviluppate da PayPal, adattandole all’intelligence governativa.

Finanziata inizialmente da In-Q-Tel, il fondo di venture capital della Cia, l’azienda si è affermata come partner strategico di agenzie militari e di sicurezza, offrendo software capaci di analizzare enormi volumi di dati per scopi investigativi e operativi.

Per oltre un decennio, Palantir ha operato in modo discreto, alimentando una reputazione quasi mitologica nel mondo della sorveglianza.

Nel 2020, ha spostato la sua sede da Palo Alto a Denver, segnando un distacco simbolico dalla Silicon Valley e una nuova fase di espansione commerciale.

Oggi, sotto la guida di Alex Karp, si propone come infrastruttura tecnologica dell’Occidente, con applicazioni che spaziano dalla difesa alla sanità, e una strategia comunicativa che, appunto, vuole trasformare l’azienda in un brand identitario.

Questa non è la prima volta che Palantir prova a lanciare un negozio online. L’ultimo tentativo non era andato a buon fine: diversi clienti si lamentavano della scarsa qualità della merce, così nel 2023 l’e-commerce ha chiuso.

Nuovo storytelling

Dietro questa nuova narrazione, Palantir conta già risultati economici significativi.

Nel secondo trimestre del 2025, ha registrato un +48% di crescita nei ricavi (1,03 miliardi di dollari) e un utile netto di 327 milioni (+144%), come si legge su TechSpace2.0.

Il titolo è salito del 300% da inizio anno, portando la capitalizzazione oltre i 400 miliardi di dollari: una cifra sorprendente per un’azienda che fattura un decimo rispetto a giganti come Salesforce.

Una svolta rafforzata anche dalla chiusura recente del suo più grande contratto internazionale: 950 milioni di dollari con il ministero della Difesa britannico per integrare l’IA nei sistemi militari, sanitari e di polizia.

Il caso Palantir è emblematico di una tendenza emergente: la trasformazione delle aziende tech in entità culturali. Non si vendono più solo prodotti, ma visioni del mondo. La comunicazione diventa uno slogan, un messaggio, anche politico, e il brand una sorta di must have.

In questo scenario, Palantir non cerca solo clienti, ma fedelissimi. E lo shop online è il suo nuovo vessillo.

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Chiara Buratti
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Chiara Buratti muove i suoi primi passi nel mondo del giornalismo nel 2011 al "Tirreno" di Viareggio. Nel 2012 si laurea in Comunicazione Pubblica e nel 2014 consegue il Master in Giornalismo. Dopo varie esperienze, anche all'estero (El Periódico, redazione Internazionali - Barcellona), dal 2016 è giornalista professionista. Lavora nel web/nuovi media e sulla carta stampata (Corriere della Sera - 7, StartupItalia). Ha lavorato in TV con emittenti nazionali anche come videoeditor e videomaker (Mediaset - Rete4 e Canale 5, Ricicla.tv).