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Il nome per eccellenza dello streaming, Netflix, ha superato le previsioni stimate. Grazie ai risultati positivi nel secondo trimestre dell’anno, ha deciso di aumentare le stime sul fatturato e il margine, come si legge sul Wall Street Journal.
A contribuire al grande salto della piattaforma fondata nel 1997 da Reed Hastings e Marc Randolph sono stati vari fattori.
Tra questi, l’aumento dei prezzi, la crescita degli abbonamenti e del business pubblicitario.
Già all’inizio di quest’anno, Netflix ha fatto notizia quando Ted Sarandos, uno dei due amministratori delegati, ha dichiarato che i podcast video avrebbero probabilmente iniziato ad apparire sulla piattaforma.
Di conseguenza, pubblicitari, talent scout e agenti hanno iniziato a scalpitare.

Ted Sarandos, co-Ceo di Netflix, durante le premiere di Pee-Wee’s Big Holiday, nel 2016. Foto: Wikimedia Commons.
Fatturato in crescita
Secondo le quotazioni disponibili sul Wall Street Journal, il fatturato di Netflix è cresciuto del 16% nel secondo trimestre 2025, raggiungendo gli 11,08 miliardi di dollari. E l’utile netto è aumentato del 46%, toccando i 3,1 miliardi di dollari.
Per Sarandos, lo sviluppo non era così imprevedibile, data la crescente popolarità di programmi come talk show e, appunto, podcast.
Anche se, a oggi, ancora non si sa se il gruppo con sede a Los Gatos, in California, abbia messo in piedi un team dedicato proprio ai podcast video.
Il valore delle azioni di Netflix è quasi raddoppiato nell’ultimo anno e ora il team si attende un fatturato compreso tra 44,8 e 45,2 miliardi di dollari quest’anno, in aumento rispetto alle precedenti stime di 43,5-44,5 miliardi di dollari.
Durante la conference call sui risultati del secondo trimestre dell’anno, i dirigenti dell’azienda si sono limitati a parlare delle future collaborazioni di Netflix con più content creator, che si tratti di podcaster o youtuber.
“Vogliamo collaborare con i migliori creativi del pianeta, indipendentemente dalla loro provenienza”, ha detto Sarandos, come si legge sulla newsletter Creator Economy di The Information.
“Alcuni di loro sono qui a Hollywood. Altri sono creativi che pubblicano solo sui social media”.
Tra i migliori esempi tra i contenuti video disponibili sulla piattaforma, Sarandos ha indicato Ms. Rachel, che gestisce un canale YouTube dedicato ai bambini e ha totalizzato 53 milioni di visualizzazioni solo su Netflix nella prima metà dell’anno.
Un risultato che, come si legge sempre su The Information, punta ad attrarre gli youtuber con accordi allettanti per i creator.
Contro Amazon
Allo stesso tempo, Netflix deve fare i conti con Amazon, guidato dall’amministratore delegato Andy Jassy, che a sua volta gioca una partita importante e molto competitiva e ha già attirato nella sua cerchia alcuni popolari conduttori americani come i fratelli Jason e Travis Kelce – i quali hanno stretto accordi commerciali con Wondery, una società di produzione di podcast di proprietà del gruppo fondato da Jeff Bezos, per il loro show New Heights.
La partita è ancora da giocare, ma ci sono anche altri modi in cui Netflix potrebbe attrarre conduttori di fama.
Ad esempio, Joe Rogan, che ha rinnovato un accordo da 250 milioni di dollari con Spotify lo scorso febbraio e ha presentato il suo primo speciale comico con Netflix a luglio.
Quello di Rogan non è stato l’unico speciale di questo tipo. All’inizio di quest’anno, Netflix ne ha presentato un altro insieme a Kill Tony, un popolare podcast comico dal vivo registrato ad Austin.
Ma, come ha sottolineato Sarandos, Netflix non vuole fermarsi. Ci sono molti altri talenti – non solo podcaster – con cui la piattaforma vorrebbe collaborare.
La vera questione, ha sottolineato, sta nel fatto che “la maggior parte di loro non è ancora stata scoperta”.