Le conseguenze dell’IA. Fortune ha licenziato il 10% dei dipendenti

Di il 31 Luglio, 2025
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L'ad della rivista ha giustificato la decisione con il crollo del traffico dovuto agli assistenti virtuali, poco dopo aver comunicato l'aumento di contenuti prodotti con l'intelligenza artificiale
Foto copertina: Flickr.

All’inizio del mese di luglio, la rivista statunitense Fortune ha annunciato alla sua redazione che avrebbe ampliato la produzione di contenuti generati con l’intelligenza artificiale e avrebbe dato allo staff nuovi strumenti per la creazione di grafici e podcast. Due settimane più tardi, l’IA è passata a essere da alleato a problema, un grande problema.

Come ha riportato The Wrap, infatti, l’amministratrice delegata Anastasia Nyrkovskaya ha licenziato con effetto immediato circa il 10% dei dipendenti a causa – ha affermato – della riduzione del traffico esterno sul sito della testata dovuto all’IA.

Nyrkovskaya, prima di essere nominata ad lo scorso anno, è stata direttore finanziario e direttore strategico del magazine e in questi ruoli ha guidato Fortune verso un percorso di crescita, che aveva portato all’assunzione di nuovi giornalisti e di esperti in campo commerciale.

Ora, si trova a prendere la decisione opposta.

La notizia, anticipata su X dal media editor di Semafor, Max Tani ha comportato il taglio di oltre 30 dipendenti a tempo pieno sui 360 totali, specifica The Wrap.

Nei guai per l’IA

“Lo scenario economico sta cambiando velocemente, tra l’avvento dell’intelligenza artificiale, il conseguente declino del traffico web e l’aumento di audio e video come formati sempre più diffusi”, ha scritto l’ad.

La maggiore causa della repentina discesa delle visite sui contenuti di Fortune a cui Nyrkovskaya fa riferimento è un problema molto ampio che riguarda la maggior parte dei siti di informazione.

A causarlo sono in larga parte i nuovi strumenti di IA utilizzati da Google, in primo luogo i riassunti di AI Overview e, in misura minore, le risposte più articolate di AI Mode.

Mediatrends ha dedicato a questo tema diversi articoli e un approfondimento, nei quali si sottolinea come dal lancio di AI Overview, a maggio dello scorso anno, allo stesso mese del 2025, le ricerche per cercare notizie che finiscono senza clic sui siti di notizie siano cresciute dal 56% al 69%.

Confrontando i due stessi mesi – maggio del 2024 e di quest’anno – i servizi di IA dei motori di ricerca e delle piattaforme – soprattutto di Google – hanno causato un crollo delle visite sui siti di informazione, scese da 2,3 miliardi di visite a maggio del 2024 a circa 1,7 miliardi un anno dopo.

Un ulteriore colpo per gli editori in lingua inglese è arrivato con l’aggiornamento della funzione Discover del motore di ricerca di Mountain View, che ha integrato proprio la funzione AI Overview, riducendo ulteriormente la possibilità che gli utenti decidano di leggere l’intero articolo dell’argomento che stanno cercando.

Sundar Pichai, ad di Google. Foto: Wikimedia Commons.

Nuovi giorni

L’ombra di Google sembra aleggiare nelle parole di Nyrkovskaya anche quando si riferisce all’ascesa di nuovi formati audio e video.

Infatti, oltre ai filmati verosimili creati con la tecnologia Veo 3, la funzione NotebookLM dell’azienda californiana contiene anche Audio Overviews, un servizio in grado di generare sintesi vocali e note audio accurate in stile podcast.

L’ad di Fortune vuole reagire strutturando “un’organizzazione più efficiente”, in grado di “semplificare la collaborazione tra le nostre business unit, i team editoriali e commerciali”, per consentire alla rivista di investire negli eventi e valorizzare i suoi prodotti di punta, come la classifica Fortune 500.

Forse, però, tutto questo potrebbe non bastare a invertire una tendenza sempre più pericolosa.

La chiave, per gli editori, resta una strategia diversificata che garantisca ricavi da fonti diverse, nessuna delle quali, se interrotta, porti all’insostenibilità finanziaria delle testate.

Anche per questo motivo, due importanti magazine come l’Economist e l’Atlantic hanno iniziato a sperimentare una nuova forma di collaborazione proprio su NotebookLM, uno strumento che consente di rispondere a domande, generare riassunti e creare diversi contenuti interattivi in merito a documenti caricati dall’utente.

La cooperazione, di cui non si conoscono i dettagli economici, prevede la creazione di raccolte personalizzate basate sul rapporto annuale The World Ahead del settimanale britannico e un taccuino virtuale di consigli presenti sulla rubrica How to Build a Life di Arthur Brooks sull’Atlantic.

Per l’azienda guidata dall’amministratore delegato Sundar Pichai è un primo timido passo verso una maggiore apertura nei confronti dei gruppi editoriali, con i quali il motore di ricerca si è finora dimostrata molto fredda e reticente.

Il secondo, più importante, segnale di avvicinamento sembra essere l’intenzione di stringere accordi di licenza con circa 20 testate nazionali per l’utilizzo dei loro contenuti.

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Journalist writing on European politics, tech, and music. Bylines in StartupItalia, La Stampa, and La Repubblica. From Bologna to Milan, now drumming and writing in London.

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