
Una ricerca del Pew Research Center ha mostrato quali sono le principali fonti di informazione negli Stati Uniti.
Come previsto, c’è una grossa differenza tra repubblicani e democratici.
In particolare, questo riguarda il numero delle fonti scelte per informarsi, che per gli elettori democratici sono più variegate.
La ricerca ha coperto le 30 principali fonti di informazione negli Stati Uniti, scelte in base all’ampiezza delle categorie di pubblico, ma anche alla verità.
Il sondaggio suggerisce che l’informazione negli Stati Uniti ha di fatto creato due ecosistemi separati.
Una situazione che acuisce la polarizzazione, generando incomprensioni reciproche e una tendenza acritica a cercare conferme del proprio pensiero.

Karoline Leavitt, attuale portavoce della Casa Bianca. Foto: Wikimedia Commons.
Cara vecchia televisione
Secondo la ricerca, riportata anche dall’Associated Press, i giornali finanziari sono quelli su cui c’è una parziale concordanza: si tratta in particolare di Forbes e Wall Street Journal.
Chi si identifica nel pensiero repubblicano, ha dichiarato di fidarsi in media di otto fonti, ma ce ne sono due che mettono d’accordo tutti.
Si tratta del canale televisivo Fox News, di proprietà della famiglia Murdoch.
Questo non sorprende perché anche se la quota di famiglie americane con abbonamenti a pagamento alla televisione negli ultimi anni si è quasi dimezzata, le aziende della famiglia Murdoch vivono un momento di crescita stabile.
E anche in virtù del rapporto privilegiato tra Rupert Murdoch e il presidente in carica Donald Trump.
Infatti, sia Fox Corporation, società produttrice di media televisivi e digitali, sia il gruppo editoriale News Corp hanno aumentato il proprio valore.
Subito dopo, si collocano Abc, Nbc e Cbs, cioè le altre tre emittenti televisive principali.
Infine, neanche così a sorpresa, il podcast The Joe Rogan Experience, su cui si informa un repubblicano su cinque.
La sua intervista con l’attuale presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, su YouTube oggi conta quasi 60 milioni di visualizzazioni.
Non basta una dieta
I democratici, secondo il rapporto, tendono a informarsi su almeno 23 fonti diverse.
Compaiono canali fra cui Cnn e Bbc e testate come il New York Times, il Washington Post e l’Associated Press, insieme alla National Public Radio.
La fiducia democratica è rivolta anche alla rete pubblica Pbs, a cui sono appena stati annunciati tagli importanti da parte del governo di Washington.
Una scelta che non piace neanche ai repubblicani, da sempre fiduciosi verso i canali nazionali e il servizio di informazione offerto al popolo americano.
Davanti a questo contesto instabile e frammentato dell’informazione negli Stati Uniti, il partito democratico si sta attrezzando.
Con l’annuncio di un vero e proprio gabinetto di guerra mediatico, il partito ha iniziato a sfruttare YouTube come una televisione, annunciando un appuntamento quotidiano.
Nel frattempo, mentre continuano a cercare il loro Joe Rogan, anche i podcast anti-Trump stanno avendo sempre più successo.