Time punta sull’intelligenza artificiale e trasforma il suo archivio in un agente interattivo

Di il 11 Novembre, 2025
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Lo strumento IA permette di esplorare oltre un secolo di giornalismo, porre domande e generare sintesi in 13 lingue. Lo scopo è rafforzare il coinvolgimento coi lettori e aprire nuove opportunità di business

La rivista Time ha presentato un agente di intelligenza artificiale che permette di esplorare e interrogare liberamente il proprio archivio, costruito in oltre 102 anni di storia.

Gli utenti possono fare domande, generare riassunti testuali e ascoltare brevi sintesi audio create interamente a partire dai contenuti del magazine.

Il progetto, sviluppato in collaborazione con Scale AI – con cui la rivista aveva già un partnership per lo sviluppo del proprio chatbot interno –, rappresenta la più grande scommessa del magazine sull’IA e una tappa rilevante nella trasformazione del giornalismo digitale.

L’obiettivo è rendere l’esperienza di lettura più dinamica e personalizzata, ampliando allo stesso tempo le opportunità di business e di interazione con i lettori.

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Foto: Canva.

750mila contenuti

Il nuovo agente IA accede esclusivamente al vasto archivio del Time – circa 750.000 tra articoli e numeri storici della rivista – senza attingere a fonti esterne o al web.

La funzione è disponibile per le sezioni politica e intrattenimento, ma nei prossimi mesi verrà estesa alla homepage e all’intero sito.

Una delle caratteristiche più rilevanti, scrive Axios, è la traduzione automatica in 13 lingue, tra cui italiano, spagnolo, francese, tedesco, cinese e arabo. Una scelta che riflette la vocazione globale della rivista, il cui 40% del pubblico digitale non è statunitense.

Dall’archivio al dialogo

L’agente consente di interagire direttamente con i contenuti di Time, ponendo domande e ricevendo risposte o sintesi basate sui materiali originali.

“Se la fruizione di internet è ormai un’esperienza mediata da agenti, anche Time deve adattarsi a questo momento”, ha spiegato Sam Jacobs, direttore del magazine.

“Speriamo che le persone trascorrano più tempo con i nostro contenuti, non solo leggendo ma dialogando con esso”.

Secondo Jason Droege, amministratore delegato di Scale AI, “Time è avanti anni luce rispetto agli altri editori nell’uso dell’intelligenza artificiale per arricchire l’esperienza dei lettori. È un punto di riferimento per tutto il settore”.

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Oltre la tecnologia

Negli ultimi due anni, Time ha costruito una vera e propria strategia editoriale e tecnologica centrata sull’IA.

Nel 2023 ha lanciato un chatbot per l’annuncio della persona dell’anno, inaugurando la collaborazione con Scale AI, e ha pubblicato la lista Time100 AI, dedicata ai protagonisti globali del settore.

Il magazine ha inoltre siglato partnership con OpenAI, Amazon, ProRata.AI, Perplexity e altre società, con l’obiettivo di esplorare l’impatto dell’IA sul giornalismo e sulla distribuzione dei contenuti.

Nuovo modello di business

Time non monetizzerà subito il suo agente IA: la priorità è accrescere l’engagement e creare le basi per future forme di sponsorizzazione e licenze tecnologiche.

“Non vediamo l’ora che arrivino le prime chiamate da chi vorrà adottare questa tecnologia”, ha detto Mark Howard, Chief Operating Office di Time.

In prospettiva, il magazine punta a sviluppare un vero e proprio business enterprise basato sull’IA, che possa generare valore anche oltre il perimetro editoriale.

Personalizzazione e contenuti multimediali

Nel corso del 2025, Time introdurrà una nuova esperienza per utenti registrati, dopo aver rimosso il paywall nel 2023.

Il login consentirà di salvare preferenze e memorie delle conversazioni con l’agente, rendendo l’esperienza progressivamente più personalizzata.

La rivista americana prevede inoltre di estendere l’indicizzazione anche a immagini e video, rendendoli consultabili quando i diritti lo permettono.

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Immagine: Canva.

Tendenza in crescita

Con questa iniziativa, Time si unisce a un numero crescente di testate che sperimentano l’IA per migliorare l’accesso ai contenuti.

Forbes ha lanciato il motore di ricerca generativo Adelaide, il Financial Times sta testando il suo Ask Ft, mentre il Washington Post ha ampliato la funzione Ask The Post AI, nata come semplice pagina di ricerca.

L’obiettivo comune è ridefinire il modo in cui i lettori interagiscono con le notizie, trasformando la fruizione da passiva a partecipativa.

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