I media di Pechino invitano gli influencer stranieri a raccontare “la vera Cina”

Di il 24 Luglio, 2025
Continua la strategia di Xi Jinping per accrescere il soft-power mentre gli Stati Uniti, dopo un secolo di influenza culturale senza pari, stanno battendo in ritirata su volere della Casa Bianca
Foto copertina: Unsplash.

È un piano ben preciso quello messo in atto dai media statali cinesi che invitano influencer, streamer e tiktoker con l’intento di mettere in atto un programma di soft-power che ha già avuto successo online.

Il fine ultimo della propaganda cinese è quello di raccontare “il vero Paese”.

Per farlo, gli organi di stampa statale puntano sempre di più alle star social americane.

Stando alle dichiarazioni del governo guidato da Xi Jinping, presidente della Repubblica Popolare Cinese, il programma mira a creare delle collaborazioni tra content creator occidentali e locali, come si legge su Straits Times.

Il governo di Pechino si offre di pagare tour di dieci giorni nel Paese a influencer con più di 300mila follower per promuovere un’immagine positiva sui vari social media come X, TikTok e Instagram.

L’iniziativa è un programma strutturato e organizzato dall’esecutivo con l’obiettivo di aumentare il numero di influencer che visitano e raccontano una nazione, mostrandone solo i lati positivi.

Xi Jinping, segretario generale del Partito Comunista Cinese dal 2012 e presidente della Repubblica Popolare Cinese dal 2013. Foto: Wikimedia Commons.

Successo social

Come già raccontato da Mediatrends, tra i primi influencer a girare per la Cina è stato IShowSpeed, acronimo di Darren Jason Watkins, un youtuber americano 20enne da quasi 43 milioni di follower che mostra sui social un comportamento spesso teatrale, con streaming live che fanno il giro del mondo.

La sua visita in Cina a inizio anno è stata un vero successo, secondo i media statali controllati da Pechino.

I video del suo viaggio hanno ottenuto milioni di visualizzazioni e sono stati anche elogiati dallo stesso regime del Partito Comunista Cinese, che li ha definiti un successo per aver mostrato la “vera Cina”.

Ma IShowSpeed è stato solo il primo tra i volti social più noti a raggiungere il paese di Xi Jinping.

L’agenzia di stampa statale China Newsweek ha riferito che anche il famoso creator di YouTube MrBeast, con 416 milioni di iscritti al canale, starebbe pensando di visitare il Paese per effettuare e registrare un “vasto programma di sfide”.

I dettagli, almeno per il momento, non sono noti.

Anche Khaby Lame, il TikToker di origine senegalese naturalizzato italiano più seguito al mondo sta pensando a un viaggio nel Paese del dragone.

Seguito da oltre 161 milioni di follower sulla piattaforma di ByteDance, Lame ha di recente lasciato gli Stati Uniti, dopo essere stato fermato dagli agenti dell’agenzia per l’immigrazione e il controllo delle frontiere – Ice – e detenuto all’aeroporto Harry Reid di Las Vegas.

Il motivo, secondo Ice, stava nel fatto che l’influencer si sarebbe trattenuto oltre la data di scadenza del suo visto.

@khaby.lame

I saw you man 👀#learnfromkhaby #comedy

♬ original sound – Khabane lame

Piano cinese

Per il governo di Xi Jinping, il piano messo in atto a livello mediatico con questi noti influencer rientra nel più ampio sforzo di puntare su chi è davvero virale nella guerra mediatica contro gli Stati Uniti, come si legge su Semafor.

Una mossa strategica per il presidente che ha puntato su un “saldo sviluppo dell’economia pubblica”, come aveva annunciato a inizio del suo mandato.

Così, mentre l’amministrazione degli Stati Uniti – dopo decenni di soft power in cui Washington ha puntato sulla comunicazione e sui mass media per esercitare un’influenza a livello mondiale – sta abdicando al suo ruolo, la Cina ha intravisto un’opportunità.

Resta però da capire se le vittorie della propaganda si traducano, poi, in concreti guadagni economici interni.

Il turismo a Pechino, intanto, è già aumentato grazie a politiche più flessibili, come l’esenzione dai visti, ma rimane, comunque, al di sotto dei livelli pre-Covid.

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Chiara Buratti muove i suoi primi passi nel mondo del giornalismo nel 2011 al "Tirreno" di Viareggio. Nel 2012 si laurea in Comunicazione Pubblica e nel 2014 consegue il Master in Giornalismo. Dopo varie esperienze, anche all'estero (El Periódico, redazione Internazionali - Barcellona), dal 2016 è giornalista professionista. Lavora nel web/nuovi media e sulla carta stampata (Corriere della Sera - 7, StartupItalia). Ha lavorato in TV con emittenti nazionali anche come videoeditor e videomaker (Mediaset - Rete4 e Canale 5, Ricicla.tv).