
Nella grande corsa all’intelligenza artificiale, Google Search sta per introdurre una serie di nuove funzionalità che guideranno gli utenti nelle query di ricerca con le panoramiche audio. Il nuovo servizio, chiamato Audio Overviews consente agli utenti che ricercano un argomento sul web di approfondirlo attraverso note audio.
Lo strumento, introdotto per la prima volta in NotebookLM – l’assistente di Google per prendere appunti basato sull’IA – e annunciato dall’azienda venerdì, è stato possibile grazie all’integrazione con i più recenti modelli di Gemini.
Ma che cosa cambierà nel mondo dell’editoria, già affossato dai chatbot intelligenti, con questa nuova introduzione?
Audio Overviews
Audio Overviews è un servizio audio che “può aiutarti a farti un’idea del territorio, offrendoti un modo comodo per ottenere informazioni, sia che tu stia facendo più cose contemporaneamente o che preferisca semplicemente un’esperienza audio”, ha spiegato Google in un post sul suo blog.
La funzionalità, già disponibile in Labs e su Gemini, permette agli utenti di generare una breve sintesi vocale, se Google la riterrà utile in base a una specifica ricerca.
Una volta generato l’audio, a spiegare l’argomento cercato sarà una voce con controlli di riproduzione e possibilità di mettere pausa, pulsanti per il volume e l’opzione di regolare la velocità di riproduzione.

Sundar Pichai, ad di Google, all’edizione del 2017 dell’evento Google IO. Foto: Wikimedia Commons.
Anche in questo caso il gruppo californiano mostrerà i link delle fonti di provenienza all’interno del lettore, cosicché l’utente possa non solo verificare la fonte ma anche cliccare su un link specifico se desidera approfondire ulteriormente un determinato aspetto.
Su NotebookLM, le panoramiche audio offrono agli utenti anche la possibilità di generare un podcast con host virtuali sulla base di documenti condivisi, come letture di corsi o note legali.
All’interno di Labs, invece, è possibile esprimere un voto positivo o negativo per ogni panoramica audio
L’annuncio arriva pochi giorni dopo che un rapporto pubblicato dal Wall Street Journal ha evidenziato come le panoramiche AI di Google e altri strumenti basati sull’intelligenza artificiale stiano ulteriormente riducendo il traffico per gli editori di notizie.
Dagli editori ai chatbot
Mentre i chatbot stanno sostituendo le ricerche su Google, eliminando la necessità di cliccare sui link blu e bloccando i referral ai siti di notizie, il traffico su cui gli editori hanno fatto affidamento per anni sta crollando.
Secondo la società di dati di mercato digitale Similarweb, negli ultimi tre anni il traffico proveniente dalla ricerca organica verso i siti web desktop e mobile dell’HuffPost è diminuito di poco più della metà. Dati simili sono stati registrati anche dal Washington Post.

La sede del Washington Post. Foto: Flickr
Business Insider ha tagliato circa del 21% il suo personale il mese scorso.
Una mossa che, secondo l’amministratore delegato Barbara Peng, mirava ad aiutare il mondo dell’editoria a “sopportare drastici cali di traffico al di fuori del nostro controllo”.
Il traffico di ricerca organico verso i suoi siti web è infatti diminuito del 55% tra aprile 2022 e aprile 2025, secondo i dati di Similarweb.
In una riunione aziendale tenuta all’inizio di quest’anno, Nicholas Thompson, amministratore delegato dell’Atlantic, ha affermato che la pubblicazione avrebbe dovuto dare per scontato che il traffico proveniente da Google sarebbe sceso quasi a zero e che l’azienda avrebbe dovuto evolvere il proprio modello di business.
Tempi duri
Ora il lancio negli Stati Uniti di Google AI Mode, un tentativo di competere direttamente con piattaforme come ChatGpt, dovrebbe infliggere un colpo ancora più duro.
“Google si sta trasformando da motore di ricerca a motore di risposte”, ha dichiarato Thompson in un’intervista al Wall Street Journal.
“Dobbiamo sviluppare nuove strategie”.
Il rapido sviluppo di risposte senza clic nei motori di ricerca “rappresenta una seria minaccia per il giornalismo che non dovrebbe essere sottovalutata”, ha affermato William Lewis, editore e amministratore delegato del Washington Post.
Una tempesta che, almeno per il momento, sembra molto difficile evitare.