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Nell’ambito dell’intelligenza artificiale generativa, la comunicazione delle grandi società tecnologiche che dominano il mercato diventa terreno strategico.
Anthropic, l’azienda guidata dai fratelli Amodei – Dario, amministratore delegato, e Daniela, presidente – che ha dato vita al modello linguistico Claude, ha lanciato una campagna pubblicitaria diametralmente opposta a quella proposta da OpenAI, che ha persino rinunciato all’intelligenza artificiale per concentrarsi su spot girati utilizzando la pellicola 35 mm.
I due grandi protagonisti nel campo dell’intelligenza artificiale hanno così adottato strategie di comunicazione completamente differenti per promuovere i propri prodotti di punta.

Dario Amodei, cofondatore e ad di Anthropic, all’evento TechCrunch Disrupt del 2023, a San Francisco. Foto: Flickr.
Scelta di Anthropic
Anthropic ha scelto di posizionare Claude come “l’IA dalla parte dell’utente” con “Keep Thinking”, una campagna che ribalta la narrativa sull’intelligenza artificiale.
Claude non è l’ennesimo assistente virtuale, ma un alleato per chi affronta problemi complessi, dai ricercatori ai designer, dagli sviluppatori agli innovatori.
Ideata dall’agenzia Mother e lanciata con un investimento multimilionario, si apre con un film di 90 secondi diretto dal regista britannico Daniel Wolfe, accompagnato dalla musica del rapper MF Doom.
Il tono è riflessivo e lo spot recita: “Anche se il mondo è pieno di problemi, non c’è mai stato un momento migliore per averne uno”.
Il messaggio è chiaro: Claude non risolve al posto dell’utente, ma amplifica le sue capacità.
Un posizionamento coerente con la missione di Anthropic di costruire sistemi IA sicuri, trasparenti e capaci di ragionare in tempo reale.
In questo modo, Anthropic intende andare verso una comunicazione ampia e crossmediale: TV, streaming, stampa, out-of-home e collaborazioni con creator e progetti artistici.
La campagna sarà trasmessa durante eventi sportivi in diretta, piattaforme di streaming come Netflix e Hulu, pubblicazioni cartacee sul New York Times e sul Wall Street Journal, podcast e partnership con influencer, come si legge su Adweek.
OpenAI, invece
Ha adottato una narrativa opposta l’azienda guidata dall’ad Sam Altman, sorprendendo tutti con una scelta controcorrente: per la sua prima campagna di branding dedicata a ChatGpt ha rinunciato all’uso dell’intelligenza artificiale.
Il video, realizzato in pellicola 35 millimetri dall’agenzia Isle of Any con la regia del regista canadese Miles Jay, punta sull’emozione e sull’autenticità. Nessun deepfake, nessun voice-over sintetico: solo storytelling umano, tangibile, quasi nostalgico.
L’obiettivo è trasmettere la complessità e l’umanità dietro la tecnologia, in un’epoca in cui la fiducia nel digitale è spesso messa in discussione.
Comunicazione a confronto
Mentre Anthropic punta su una narrazione basata su valori ambiziosi con un tono etico e visionario, OpenAI ha scelto una strada opposta per la sua campagna su ChatGpt: niente IA, solo storytelling umano preferendo un omaggio all’autenticità, alla tangibilità, alla fiducia.
Un ritorno all’artigianalità per raccontare una tecnologia che spesso genera diffidenza.
Il contrasto tra “Keep Thinking” e la campagna di OpenAI è emblematico: da un lato, l’IA come partner di pensiero, dall’altro, come oggetto da umanizzare attraverso il racconto.
Due strategie, due linguaggi, una stessa sfida: costruire fiducia in un’epoca di trasformazione.