Quando l’influencer è artificiale e guadagna più di te

Di il 16 Settembre, 2025
Dai selfie con Nancy Pelosi alle campagne per Prada, le star digitali create dall’IA conquistano milioni di follower e contratti da capogiro. E possono essere ovunque in qualsiasi momento
Foto di copertina: Allestate.pro.

C’è chi si fa un selfie con Beyoncé, chi con Messi, e chi, come Nancy Pelosi, con una influencer che in realtà non esiste.

È successo a San Francisco, durante il festival Outside Lands, quando l’ex speaker della Camera è finita nell’inquadratura di Lil’ Miquela, creatura digitale con 2,4 milioni di follower e un curriculum che spazia, come riporta il New York Times, da Prada a Calvin Klein.

Il dettaglio surreale? Lil’ Miquela non è una persona, ma una influencer artificiale con le sembianze di una ragazza brasiliana-americana.

Miquela, considerata la “capostipite” della categoria, è stata lanciata nel 2016 e oggi viene gestita dal team di Dapper Labs, che ne scrive le didascalie, ne immagina la vita privata e ne organizza le collaborazioni con brand e celebrità. Risultato: circa 74mila dollari incassati per ogni post.

Il profilo Instagram di Lil’ Miquela.

Magico mondo delle influencer artificiali

Lil’ Miquela non è sola. C’è anche Mia Zelu, bionda dagli occhi azzurri che molti scambiano per una persona in carne e ossa, e Lu do Magalu, brasiliana digitale con oltre otto milioni di follower su Instagram che guadagna più di 34mila dollari a pubblicazione.

Non è un caso che, secondo un report della piattaforma Kapwing, le celebrità generate al computer stanno accumulando milioni di follower, e di dollari, per i team che le gestiscono.

Queste figure sono ormai ovunque, da Wimbledon, alle inaugurazioni di gallerie a Londra, e perfino, virtualmente, davanti a un caffè a Los Angeles. Sempre lo stesso giorno.

I creator lo rivendicano come un vantaggio: nessun limite geografico, nessun jet lag, zero imprevisti.

Il profilo Instagram di Mia Zelu.

Critiche e opportunità

Non mancano, come prevedibile, le critiche.

C’è chi considera di cattivo gusto che Miquela abbia parlato di malattie reali come la leucemia o che si presenti come attivista sociale senza mai uscire da uno schermo.

Eppure, il pubblico, soprattutto femminile, sembra gradire. Secondo Dapper Labs, il 75% dei follower di Miquela sono donne.

Gli hater li chiamano clanker, termine usato per prendere in giro e criticare l’IA, ma intanto le aziende continuano a investire.

Perché, come afferma la stessa società, la domanda che le nuove generazioni si pongono non è più “è reale o no?”, bensì “cosa rappresenta questo account?”

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