
Foto: Wikipedia.
AI Overview di Google compie un anno. E festeggia la ricorrenza con il suo debutto negli Stati Uniti sulla funzione Discover, l’app che consiglia agli utenti contenuti correlati ai loro interessi e alle attività che svolgono sul web.
Il nuovo servizio è dunque ora disponibile per milioni di utenti americani di Google.
Gli editori non vedono di buon occhio la nuova IA di Mountain View poiché sta contribuendo a far calare il traffico sui siti delle testate, spingendo le persone a rivolgersi sempre meno alla fonte giornalistica da cui arrivano le informazioni che alimentano l’IA.

Il campus Google a Mountain View, in California. Foto: Wikimedia Commons.
IA vs giornali, altre conferme
Secondo un rapporto del Pew Research Center che ha analizzato i dati di 900 adulti statunitensi, circa sei intervistati su dieci (58%) hanno effettuato almeno una ricerca su Google a marzo 2025 che ha prodotto un riepilogo generato dall’IA.
E questi si sono detti poco propensi a cliccare sul link di origine delle informazioni.
La maggior parte non verifica, quindi, la fonte ma si affida totalmente all’intelligenza artificiale di Google.
Ragione per cui gli editori continuano ad accusare un drastico calo nelle visite ai propri siti.
In un articolo del centro di ricerca basato sullo stesso studio, si evidenziano alcuni risultati importanti in merito al rapporto fra gli strumenti di intelligenza artificiale del motore di ricerca e l’afflusso in entrata sui siti dei giornali.
In particolare, solo l’8% degli utenti di Google che si imbatte in AI Overview clicca su un link di un risultato di ricerca tradizionale, mentre chi non intercede con l’assistente IA va sulla fonte diretta più spesso, nel 15% dei casi.
Dalla ricerca emerge anche che le persone sono più propensi a interrompere completamente la sessione di navigazione dopo aver visitato una pagina di ricerca basata sull’intelligenza artificiale di Google rispetto a pagine senza AI Overview.
Questo è accaduto nel 26% dei risultati con un riepilogo basato sull’intelligenza artificiale, rispetto al 16% delle pagine con ricerca tradizionale.
Le fonti più frequentemente citate sia nei riassunti dell’intelligenza artificiale di Google che nei risultati di ricerca standard sono Wikipedia, YouTube e Reddit. Complessivamente, rappresentano il 15% di quelle elencate nei riassunti di IA che il Pew Research Center ha esaminato.
Circa una ricerca su cinque sul motore di ricerca a marzo 2025 ha prodotto un riepilogo basato sull’intelligenza artificiale e il 18% di tutte le ricerche Google dello studio ha generato un’overview come parte dei risultati di ricerca.
Mentre la stragrande maggioranza di questi riepiloghi, ossia l’88%, citava tre o più fonti, solo l’1% ne citava una sola.
In particolare, è più facile imbattersi in AI Overview se si chiede a Google domande che cominciano con “chi”, “cosa”, “quando” o “perché”.

Grafico e dati: Pew Research Center.
IA su Discover
La grande novità che ha lasciato basiti editori, giornalisti e, più in generale, il mondo dei media, è stata, appunto, la comparsa di AI Overview su Discover.
Ora, anziché vedere i titoli delle pubblicazioni, gli utenti americani si imbattono in un riassunto generato dall’intelligenza artificiale insieme ai loghi dei diversi editori.
All’inizio si pensava che questa funzionalità potesse essere un test, ma poi Google ne ha confermato il lancio ufficiale.
Google Discover è diventato un’importante fonte di traffico e di entrate per molti editori, come si legge su PressGazette, dato che consiglia contenuti agli utenti sui dispositivi Android e nelle app Google iOS in base alle loro ricerche e attività.
Ma non in questo nuovo scenario probabilmente, anche se si deve precisare che le informazioni generate da AI Overview vengono contrassegnate da una dicitura: “Generato con l’intelligenza artificiale, che può commettere errori”, insieme ai loghi degli editori che rimandano ai loro siti.

La presentazione di Google Discover. Foto: Google for Developers.
Un possibile crash
Gli editori si trovano dinanzi a un momento mai vissuto sinora.
In un solo anno, le funzionalità di intelligenza artificiale di Google hanno aumentato il tasso dei cosiddetti zero-clic per le ricerche di notizie da poco più della metà a oltre due terzi, sempre secondo PressGazette, e anche il traffico organico è diminuito da 2,3 miliardi di visite a maggio del 2024 a circa 1,7 miliardi nel maggio 2025, come ha sottolineato anche Mediatrends.
Questo sta spingendo diversi gruppi editoriali a rendere i propri contenuti a pagamento per proteggerli dai chatbot, di cui, comunque, non ci si può sempre fidare.
Accade, infatti, che AI Overview dia delle spiegazioni fuorvianti o errate, a dimostrazione che risalire alla fonte giornalistica resta una buona pratica.