Dopo Bluesky, anche Threads scommette sul fediverso

Di il 23 Giugno, 2025
dave-adamson-zCUSpyKc8v0-unsplash_free_threads_meta
Secondo Meta, per spingere più utenti a entrare nel sistema interconnesso di piattaforme decentralizzate e accelerarne la crescita è indispensabile garantire loro un certo grado di visibilità sull'app

Due anni dopo il lancio di Threads da parte di Meta, il suo amministratore delegato Mark Zuckerberg ha dichiarato di voler integrare l’app nata in concorrenza all’ex Twitter nel fediverso.

Così Threads diventerà interoperabile con altri software basati sul protocollo ActivityPub, un modello usato anche da Mastodon, che permette ai server indipendenti di parlarsi tra loro.

Quello che era un progetto avrà, quindi, un seguito effettivo con alcune funzionalità pensate proprio per condividere i post di Threads sul fediverso.

Le app del fediverso

Nonostante gli sforzi di Threads, il fediverso al momento resta lontano dai fenomeni mainstream.

Mastodon prima era l’app più grande della rete, oggi conta meno di 800mila utenti mensili, ma Threads punta a superarlo.

E il resto del fediverso, che include il clone di YouTube, PeerTube, e il servizio di condivisione di foto Pixelfed, conta solo circa 300mila utenti unici totali.

Nel frattempo, Bluesky, app decentralizzata basata sul protocollo rivale AT, ha registrato ben 36 milioni di utenti, ma gli attivi sono molti meno – la settimana scorsa erano quattro milioni.

Luke Winkie di Slate ha scritto che il social lanciato dall’ex ad di Twitter, Jack Dorsey, è entrato in una “frustrante spirale discendente” a causa della sua politica “monolitica” di sinistra e di un’eccessiva aggressività nei commenti.

Nel frattempo, X è comunque riuscita a mantenere centinaia di milioni di utenti che si è portata dietro quando era ancora Twitter. In particolare, gli appassionati di intelligenza artificiale e di sport, che continuano a credere nella viralità del social di Musk nonostante le polemiche.

Il fediverso cresce, ma a rilento, in maniera simile a quanto accaduto per altri social media.

Ma secondo il team di Zuckerberg c’è una soluzione: un feed dedicato esclusivamente ai post del fediverso su Threads.

Mark Zuckerberg, ad di Meta, durante un keynote nel 2019. Foto: Wikipedia.

Threads sul fediverso

Secondo quanto spiegato da David Pierce su The Verge, “se gli utenti di Threads hanno attivato la condivisione nel fediverso, vedranno una nuova sezione in cima al feed denominata ‘Seguiti’, che li porterà a un elenco di post di persone di cui sono follower su Mastodon, Flipboard o altri account a cui è collegato quello di Threads. Ma si tratta di un feed separato”.

E spiega che, secondo quanto riferito da Peter Cottle, ingegnere del software Meta, “il feed di Fediverse non è classificato algoritmicamente, né soggetto ad alcuna regola o moderazione di Threads ma rispecchia solo quello che gli utenti seguono”.

Nel frattempo, secondo quanto si legge su Platformer, pare che all’interno di Meta si stia dibattendo sulla possibilità che Threads possa essere un social network completamente aperto o se debba soltanto fungere da contenitore per le pubblicazioni esterne.

Quale futuro per il fediverso

Allo stesso tempo, il fediverso non ha saputo sostenere l’infrastruttura di base necessaria ad app come Threads per far emergere post e account interessanti.

E l’aggiunta di un feed rappresenterebbe un passo avanti per affrontare questo problema, dando modo agli utenti di potersi confrontare in un luogo in cui seguire e interagire con le singole pubblicazioni così come accade su Threads.

Oggi, quindi, la promessa del fediverso non è molto diversa da quella del web stesso: una fitta rete di individui che interagisce tramite protocolli aperti per costruire insieme qualcosa di più grande di qualsiasi singola app o sito.

La visibilità su Threads secondo Meta offrirebbe agli utenti un motivo in più per cui potrebbero voler arrivare nel fediverso.

E se un numero interessante di persone decidesse di cogliere questa opportunità, a detta di Meta, la domanda di app e servizi potrebbe iniziare ad accelerare.

Un grande passo che resta, al momento, un grande interrogativo. Sebbene Threads continui a costruire nuovi ponti verso l’open web, c’è da capire chi sarà effettivamente disposto ad attraversarli.

Devi essere loggato per lasciare un commento.
/ Published posts: 55

Chiara Buratti muove i suoi primi passi nel mondo del giornalismo nel 2011 al "Tirreno" di Viareggio. Nel 2012 si laurea in Comunicazione Pubblica e nel 2014 consegue il Master in Giornalismo. Dopo varie esperienze, anche all'estero (El Periódico, redazione Internazionali - Barcellona), dal 2016 è giornalista professionista. Lavora nel web/nuovi media e sulla carta stampata (Corriere della Sera - 7, StartupItalia). Ha lavorato in TV con emittenti nazionali anche come videoeditor e videomaker (Mediaset - Rete4 e Canale 5, Ricicla.tv).