Cnn ed Espn, per lo streaming restano i nomi di sempre

Di il 24 Maggio, 2025
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I nuovi servizi si chiameranno come le testate. Ma le strategie sono diverse: per la rete di Atlanta è un'aggiunta, per l'emittente sportiva c'è la volontà di trasferire gli abbonati via cavo

Continua il processo di trasformazione della Cnn di Mark Thompson, l’amministratore delegato che, da agosto del 2023, ha preso in mano la rete con l’obiettivo di rinnovarne l’offerta, aggiornando l’area digitale.

Il nuovo passo dell’ad è un nuovo servizio di streaming, dopo il fallimento di Cnn+, aperto e chiuso nel giro di due mesi nel 2022 e costato 300 milioni di dollari.

La prima differenza rispetto all’esperimento di tre anni fa è nel nome.

Il prodotto, disponibile dal prossimo autunno, non sarà accompagnato da nessun “+”, ma manterrà l’acronimo della rete: Cnn.

È la stessa scelta di Walt Disney Company, casa madre di Espn, che ha deciso di chiamare il nuovo servizio di streaming dell’emittente sportiva con la sua stessa sigla per sfruttare al massimo il forte valore del marchio.

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Mark Thompson, ad della Cnn e già ad e presidente della New York Times Company, direttore generale della Bbc e direttore esecutivo di Channel 4. Foto: Wikimedia Commons.

L’uomo del digitale

Durante Upfront, un evento annuale dedicato agli inserzionisti di Warner Bros. Discovery – la proprietaria del network –, Thompson lo ha definito “il nostro primo servizio di notizie in streaming”.

La novità, secondo l’ad, sta nell’offerta che, invece di puntare su contenuti televisivi aggiuntivi, resta focalizzata sul giornalismo. Senza snaturarsi.

Gli abbonati a Cnn.com e gli utenti di pay tv potranno usufruire senza costi aggiuntivi del prodotto in streaming che, ha sottolineato Thompson, sarà infatti un “modo semplice per usufruire del meglio” della testata: canali in diretta, contenuti esclusivi e programmi dei conduttori di punta, come Audie Cornish, Anderson Cooper e Kaitlan Collins, oltre ai presentatori di Cnn International.

Nelle sue precedenti avventure editoriali, l’attuale ad dell’emittente di Atlanta aveva avuto un ruolo centrale nel processo di crescita del comparto digitale della Bbc prima e della compagnia madre del New York Times poi.

In entrambe le testate i suoi incarichi come Ceo erano durati circa otto anni.

In questo caso, però, il compito rischia di essere ancora più difficile.

Dal 2020 al 2024, la Cnn ha perso quasi il 60% degli spettatori medi giornalieri, passando da 1,14 milioni a 481mila.

Nel primo trimestre del 2025 la tendenza negativa si è confermata, secondo Adweek, con una diminuzione tendenziale degli spettatori giornalieri dell’8% e del 6% di quelli in prima serata.

Per recuperare parte del suo pubblico tradizionale, Thompson ha deciso di regalare loro l’accesso al nuovo servizio, evidenzia il New York Times.

Nel frattempo, l’azienda sta anche evolvendosi per migliorare i suoi contenuti digitali – dall’assunzione di 100 data scientist a discapito di 200 tagli nello staff nell’ambito televisivo, la crescita dei video verticali, l’introduzione di un paywall e la ristrutturazione della filiera che si occupa di fact-checking.

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La sede centrale di Espn a Bristol, nel Connecticut. Foto: Wikimedia Commons.

Stessi nomi, diversi obiettivi

Nonostante la volontà di cambiare le cose in un contesto difficile per i media cosiddetti tradizionali, con la decisione di non affibbiare un nuovo nome al nascente servizio, Thompson ha forse voluto sottolineare come la nuova Cnn sia in realtà sempre la stessa – quella che il fondatore Ted Turner aveva creato per portare le notizie alle persone quando e dove volevano –, ma migliorata.

Per farlo, l’emittente si sta servendo di nuovi strumenti.

Allo stesso modo, l’Espn ha confermato che anche il suo nuovo prodotto di punta in streaming sarà lanciato il prossimo autunno e si chiamerà proprio Espn, sconfessando alcune voci che sostenevano come la scelta più probabile fosse Flagship.

“Mentre esploravano le varie opzioni, tornavamo sempre alle nostre quattro lettere”, ha detto alla stampa il presidente del network, James Pitaro.

“Nel nostro nome c’è potenza e fiducia”.

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La sede centrale della Cnn ad Atlanta. Foto: Wikimedia Commons.

Se sul nome le scelte si equivalgono, le strategie dei due media differiscono in parecchi punti.

Per la Cnn il prodotto in lancio in autunno rappresenta un modo per promuovere un’estensione, una possibilità aggiuntiva di usufruire dei propri canali, preservando e riguadagnando gli spettatori tradizionali.

La volontà di favorire la transizione allo streaming, se c’è, è più implicita e sfumata.

Nel caso dell’Espn, lo scopo è meno conservativo e punta in modo netto ed esplicito a ottenere un passaggio più diretto e rapido dei propri abbonati dalla tv via cavo allo streaming, oltre ad attrarre nuovo pubblico.

Non a caso, l’abbonamento illimitato al nuovo servizio, che includerà tutti i contenuti attualmente via cavo di Espn e Espn+, costerà 29,99 dollari al mese. Una cifra inferiore al costo dello stesso pacchetto via cavo, sottolinea Axios.

Pitaro ha confermato che gli attuali abbonati tv all’emittente potranno avere accesso gratuito al pacchetto in streaming, ma ha anche specificato che il vero obiettivo è “tentare di convincere in maniera decisa gli abbonati a Espn+ a passare al nuovo servizio Espn“.

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Journalist writing on European politics, tech, and music. Bylines in StartupItalia, La Stampa, and La Repubblica. From Bologna to Milan, now drumming and writing in London.

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