Washington verso un’altra proroga per evitare il ban di TikTok negli Stati Uniti

Di il 07 Maggio, 2025
I dazi di Trump alla Cina impattano anche sull'app di ByteDance, il cui utilizzo negli Stati Uniti potrebbe prolungarsi con un nuovo ordine esecutivo, in attesa di accordi più ampi tra i due Paesi

Dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha prorogato per due volte consecutive l’applicazione del divieto imposto dal Congresso su TikTok, che inizialmente sarebbe dovuto entrare in vigore il 19 gennaio, da Washington sembra arrivare una nuova fumata nera.

Una fonte vicina agli investitori statunitensi di ByteDance – la società proprietaria del social media – ha dichiarato il mese scorso che i lavori sul possibile accordo si sarebbero concretizzati prima della scadenza del 19 giugno, ma tutto sembra appeso a una questione cruciale: i dazi.

Secondo quanto si legge sulla Cnn, finché la controversia tra America e Cina non si sarà risolta, da parte di Trump non ci sarà alcuna comunicazione.

Insomma, sembra proprio una neverending story quella a cui si trova in mezzo la casa madre di TikTok, che ben poco ha a che fare con l’app ma molto con la critica situazione geopolitica, in continua evoluzione.

Foto: Pexels.

Sempre alla Cnn Trump ha dichiarato che non abbandonerà i dazi per portare Pechino al tavolo delle trattative.

L’unico sforzo che farebbe sarebbe quello di ridurli, eventualmente, nell’ambito di un accordo più ampio.

“A un certo punto, li abbasserò, perché altrimenti non potresti mai fare affari con loro. E loro vogliono fare affari a tutti i costi”, ha detto.

E a pagare il prezzo dei dazi è, quindi, anche ByteDance.

Controversia

Secondo la legge, TikTok avrebbe dovuto cessare l’attività negli Stati Uniti entro il 19 gennaio, a meno che ByteDance non avesse completato la cessione delle attività statunitensi dell’app.

Trump, avendo iniziato il suo secondo mandato presidenziale il 20 gennaio, aveva scelto di non farla rispettare.

Prima ha, quindi, prorogato la scadenza all’inizio di aprile, poi al 19 giugno. Ma secondo le previsioni neanche questa sarebbe la data definitiva.

La premessa da fare è che dapprima era in lavorazione un accordo che avrebbe scorporato le attività statunitensi di TikTok in una nuova società con sede negli Stati Uniti, la cui maggioranza era di proprietà e gestita da investitori statunitensi.

Il progetto, però, è stato sospeso dopo che la Cina ha indicato che non lo avrebbe approvato in seguito agli annunci dei massicci dazi sui prodotti cinesi.

Così ByteDance è ancora in attesa e la questione non è soltanto relativa alla guerra commerciale tra Washington e Pechino, ma anche all’interno dell’America stessa.

Di fatto, alcuni senatori democratici, come Mark Warner ed Ed Markey, ritengono che Trump non abbia l’autorità legale per prorogare la scadenza, sostenendo che l’accordo che era stato preso in considerazione non soddisferebbe i requisiti legali.

TikTok a caccia di esperti di IA

Nel frattempo ByteDance non è stata con le mani in mano e si è messa al lavoro sullo sviluppo di qualcosa che possa avvicinarsi all’intelligenza artificiale avanzata che viene definita “generale”, perché considerata la più grande e onnicomprensiva mai esistita sinora, in grado di competere con gli umani in qualsiasi attività.

Chiaramente, non è l’unica big tech a correre per la super IA, ma, secondo quanto si legge sul New York Times, ByteDance ha utilizzato i dati provenienti dalle sue app per rendere le stesse applicazioni sempre più avanzate e in grado di rispondere alle necessità degli utenti.

Ma non sarebbe stato questo l’unico scopo della maxi raccolta.

Solo lo scorso anno ByteDance aveva speso circa 11 miliardi di dollari in infrastrutture come data center, apparecchiature di rete e chip per computer, secondo un rapporto la società finanziaria cinese Zheshang Securities. E ora è a caccia di superesperti di IA.

La partita si fa sempre più dura, chi avrà la meglio?

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Chiara Buratti muove i suoi primi passi nel mondo del giornalismo nel 2011 al "Tirreno" di Viareggio. Nel 2012 si laurea in Comunicazione Pubblica e nel 2014 consegue il Master in Giornalismo. Dopo varie esperienze, anche all'estero (El Periódico, redazione Internazionali - Barcellona), dal 2016 è giornalista professionista. Lavora nel web/nuovi media e sulla carta stampata (Corriere della Sera - 7, StartupItalia). Ha lavorato in TV con emittenti nazionali anche come videoeditor e videomaker (Mediaset - Rete4 e Canale 5, Ricicla.tv).