I 100 creator più influenti secondo il Time

Di il 17 Luglio, 2025
Kai_Cenat_2023_Time_creators_cropped_free_Wikimedia_Commons
Spostano voti, delineano modelli culturali, muovono milioni di dollari. Tra chi si occupa di videogiochi, chi fa il medico e chi lo storico, ecco le voci digitali più importanti del 2025 secondo il Time
Foto copertina: Kay Cenat, il primo content creator nella sezione Titans della lista Time 100 creators del 2025. Foto: Wikimedia Commons.

Il Time 100 creators è la lista delle voci – rigorosamente digitali – da non perdere nel 2025.

Le categorie in cui sono divisi i profili sono piuttosto curiose. In maniera grossolana si potrebbero tradurre in titani, intrattenitori, leader, prodigi e catalizzatori.

È la prima volta che la rivista statunitense Time, nota per la nomina della Person of the Year, stila una classifica di questo tipo.

Esiste già il Time100, cioè la classifica delle 100 persone più influenti dell’anno: il primo italiano a essere incluso è stato Renzo Piano nel 2006. L’ultimo, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Dedicare una classifica soltanto ai creator digitali è una novità per il Time, ma non per altri come Rolling Stones o Forbes.

E, tra titani e prodigi, c’è di tutto.

Una content creator al Parlamento Europeo nel 2023. Fonte: Flickr.

In copertina

I creator digitali, scrive il capo redattore del Time Sam Jacobs, dalla pandemia in poi hanno cominciato in modo crescente e incisivo a ridefinire il modo in cui ci si informa.

Questo a cascata ha generato impatti sulle nostre abitudini di consumo, ma anche sui riferimenti culturali e persino sulle scelte di voto.

Dunque, è impossibile ignorarli.

Ma come sono stati scelti i Time 100 creators su una bacino globale di oltre 67 milioni di papabili?

Si parte dalla copertina, che vede il ritratto di Kai Cenat, uno dei 100 creator scelti da 15 diversi Paesi nel mondo.

Cenat ha 23 anni, 18 milioni di follower su Twitch e ottime metriche di performance sulla piattaforma di proprietà di Amazon.

È un punto di riferimento per gli adolescenti, che intrattiene in forme molto diverse.

Videogiochi, monologhi sulla moda o la musica, contenuti improvvisati e altri che hanno la forma canonica del reality TV. Cenat fa gli streaming di grandi eventi come Met Gala, proprio come se fosse in uno studio televisivo.

Soltanto che è Twitch, o in altri casi, YouTube.

Nel 2023 ha coniato un termine, “rizz”, che è stato usato dalla generazione Z per indicare un certo appeal romantico.

Il dizionario di Oxford l’ha scelta come parola dell’anno.

Intorno a lui, una comunità di milioni di persone che lo sentono come parte del proprio gruppo, ne sottolineano la spontaneità e il sentimento di vicinanza e lo definiscono persino una “buona persona”.

Ed è proprio questa comunità il suo business, che assieme alle partnership con i brand può arrivare a fruttare fino a 10 milioni di dollari al mese.

 

View this post on Instagram

 

A post shared by Taylen Biggs®️ (@taylenbiggs)

Questione di attenzione

Come Cenat, che ha fatto di tutto pur di ricevere attenzione e distinguersi in una comunità di creator potenzialmente aperta alla competizione di tutti, ci sono anche gli altri.

Questo è stato uno dei criteri di selezione del Time 100 Creators, cioè la consistenza della presenza online, la sua frequenza, la sua permanenza.

Nelle categorie, ci sono persone attive su tutte le piattaforme, con una predilezione per YouTube, Twitch e TikTok.

La lingua principale è l’inglese e nessuno di loro aveva esperienza su media tradizionali come la televisione o la stampa.

E poi, di fatto, sono serviti i numeri: reach, coinvolgimento, entità dell’economia prodotta dai singoli.

Tra i titani, c’è anche Khaby Lame, unico italiano tra i selezionati, e altre vecchie conoscenze come Joe Rogan, autore del podcast omonimo che, fra le tante, ha ospitato la virale intervista a Donald Trump.

La lista è lunga.

Charli d’Amelio sogna Broadway. Joel Bervell è un dottore ghanese naturalizzato americano. Cyrus Veyssi è un attivista Lgbtq+ che collabora con Caudalie e Prime Video.

E ancora, Leana Deeb è palestinese – uruguaiana e dopo aver pubblicamente abbracciato la fede musulmana, ha fatto dell’hijab una moda. Heather Cox Richardson, invece, è una storica molto popolare su Substack e Facebook. Taylen Biggs, infine, ha dodici anni.

Il panorama delineato dal Time 100 Creators è quello di un villaggio globale, ricco e variegato, in cui – almeno in teoria – tutti possono avere accesso a tutto, ma con enormi disparità.

Intanto, continua a sfumarsi il confine tra intrattenimento e informazione, riuniti sotto il cappello più ambiguo dell’ “essere influenzati”.

Devi essere loggato per lasciare un commento.
/ Published posts: 54

Ludovica Taurisano è dottoranda di ricerca in Global History and Governance per la Scuola Superiore Meridionale di Napoli, con un progetto di ricerca sull’editoria popolare e l’informazione politica negli anni Sessanta e Settanta. Con una formazione in teoria e comunicazione politica, si è occupata di processi di costruzione dell’opinione pubblica; ha collaborato con l’Osservatorio sulla Democrazia e l’Osservatorio sul Futuro dell’Editoria di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Oggi è Program Manager per The European House – Ambrosetti. Scrive di politica e arti performative per Birdmen Magazine, Maremosso, Triennale Milano, il Foglio, Altre Velocità e chiunque glielo chieda. Ogni tanto fa anche cose sul palco.