Negli Stati Uniti Sydney Sweeney riesce a scuotere i mercati e l’opinione pubblica

Di il 06 Agosto, 2025
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Il controverso caso della pubblicità dei jeans di American Eagle che vede l'attrice come testimonial ha destato stupore, soprattutto dopo l'appoggio del presidente Donald Trump
Foto copertina: l’attrice Sydney Sweeney al festival del cinema di Berlino, nel 2023. Foto: Wikimedia Commons.

L’azienda di abbigliamento American Eagle ha visto un drastico balzo in positivo delle sue azioni, salite di oltre il 16% dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha espresso apprezzamenti per il controverso spot pubblicitario dell’azienda che vede come testimonial l’attrice Sydney Sweeney. A riferirlo è Axios.

Una campagna di marketing che ha fatto tanto discutere in America.

Lo slogan recita, infatti, una frase a doppio senso: “Sydney Sweeney has great jeans” – “Sydney Sweeney ha dei jeans fantastici” – che suona quasi identico a “has great genes” – “ha dei gran bei geni”.

Essendo Sweeney bianca, bionda e con gli occhi azzurri, la pubblicità ha suscitato un dibattito sulla possibilità che il messaggio comunicato possa essere razzista.

Consenso del presidente

Sul caso è appunto intervenuto Trump, il quale, informato del fatto che l’attrice sia un’elettrice repubblicana registrata in Florida dal 2024, ha commentato: “È una repubblicana registrata? Oh, allora adesso adoro la sua pubblicità!” e ha aggiunto: “Sareste sorpresi se sapeste quante persone sono repubblicane”.

Suo figlio, Donald Trump jr, ha poi pubblicato su Instagram una foto del padre generata dall’intelligenza artificiale in cui il presidente, in posa da modello, indossa un completo jeans camicia-pantaloni con scritto: “Donald is so hot right now!!!”, ossia “Donald è così sexy adesso!”

Negli Stati Uniti, infatti, non è difficile risalire all’appartenenza a un partito, anche se questo concetto suona come una minaccia allo stesso diritto al voto anonimo.

Per andare a votare è necessario essere prima iscritti a un apposito elenco, all’interno del quale si può anche esprimere la propria preferenza.

E così si viene a conoscenza, in certi casi, di cosa si vota alle elezioni.

Nel caso di Sweeney, la sua vicinanza alla destra statunitense era stata ipotizzata anche per alcune foto al 60esimo compleanno della madre, in cui i parenti indossavano un cappellino con il motto trumpiano rivisitato “Make Sixty Great Again” e magliette con la scritta Blue Lives Matter, dove blue indica gli agenti di polizia, sottolinea il Corriere della Sera.

 

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Caso mediatico e non solo

La pubblicità ha fatto così tanto discutere da essere diventata un vero e proprio caso mediatico.

L’attrice, conosciuta per le sue interpretazioni in pellicole come Euphoria e C’era una volta a… Hollywood, aveva dichiarato ad alcuni media internazionali di essersi buttata nel mondo delle sponsorship perché le attrici oggi non guadagnano più come una volta e quindi cercano di arrotondare come possono.

Lo stesso presidente americano sul suo social Truth la ha definita: “la pubblicità PIÙ ‘IN voga’ in circolazione”.

Nello stesso post, Trump ha attaccato la cantante Taylor Swift, vicina ai democratici, della quale ha scritto che è stata fischiata durante lo spettacolo al Super Bowl dopo che l’ha criticata pubblicamente.

American Eagle ha emesso una nota in cui sostiene che in quella pubblicità non ci fosse alcun riferimento ai “geni” ma solo ai “jeans”.

Ma a destare ulteriori sospetti è un video in cui Sweeney, in un completo jeans, dice: “I geni si trasmettono dai genitori alla loro prole e spesso determinano alcune caratteristiche, come il colore dei capelli, la personalità e perfino il colore degli occhi…”. E chiude con un primo piano degli occhi azzurri Sydney, che ricorda: “I miei jeans sono blu”.

Un nuovo episodio che fa riflettere quanto le pubblicità in America riescano ancora a dettare linee di mercato e a scuotere l’opinione pubblica.

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Chiara Buratti muove i suoi primi passi nel mondo del giornalismo nel 2011 al "Tirreno" di Viareggio. Nel 2012 si laurea in Comunicazione Pubblica e nel 2014 consegue il Master in Giornalismo. Dopo varie esperienze, anche all'estero (El Periódico, redazione Internazionali - Barcellona), dal 2016 è giornalista professionista. Lavora nel web/nuovi media e sulla carta stampata (Corriere della Sera - 7, StartupItalia). Ha lavorato in TV con emittenti nazionali anche come videoeditor e videomaker (Mediaset - Rete4 e Canale 5, Ricicla.tv).