Social Buzz Week, le notizie della settimana che forse non hai letto (17-23/11)

Di il 23 Novembre, 2025
OpenAI lancia Gpt-5.1 e testa le chat di gruppo, mentre Google rafforza il proprio ecosistema con Gemini 3. X aggiorna le strategie per le campagne natalizie, Spotify introduce Recaps e Meta ottiene una vittoria nella causa antitrust negli Stati Uniti ma ne perde una in Spagna contro gli editori

Notizie veloci e senza giri di parole per fare il punto sulle novità annunciate in settimana dalle società di social media (e non solo).

SOCIAL NEWS

X pubblica nuove linee guida per ottimizzare le campagne natalizie

Con l’avvicinarsi del periodo festivo, X ha messo online l’Holiday Marketing Hub, un centro risorse pensato per aiutare brand e inserzionisti a orientarsi in uno dei momenti più affollati dell’anno. Il mini-sito raccoglie dati aggiornati sull’uso della piattaforma, insight sui comportamenti d’acquisto e indicazioni pratiche per migliorare la resa delle inserzioni, in un contesto in cui gli utenti utilizzano X per scoprire offerte e confrontare prodotti. Le nuove linee guida puntano su messaggi più chiari e diretti, sconsigliando hashtag, menzioni inutili ed emoji multiple, e ribadiscono la centralità del video, oggi il formato più performante grazie alla fruizione mobile. Elon Musk suggerisce annunci brevi, leve di urgenza e un tono coerente con il brand. L’obiettivo è aiutare aziende e creator a progettare campagne natalizie più efficaci, anche quando vengono pianificate all’ultimo minuto.

Spotify introduce Recaps per riassumere gli audiolibri

Spotify ha avviato il rollout di Recaps, una nuova funzione basata sull’intelligenza artificiale che riassume automaticamente le parti già ascoltate di un audiolibro, eliminando la necessità di tornare indietro per recuperare il filo della storia. Il sistema, simile ai “previously on” delle serie TV, è disponibile su un numero limitato di titoli in inglese nell’app iOS e si aggiorna progressivamente. L’azienda chiarisce che i contenuti originali non vengono utilizzati per addestrare modelli linguistici né per generare voci artificiali, e che ovviamente la funzione non sostituisce la narrazione del libro. Il debutto arriva mentre Spotify continua a espandere gli strumenti basati su IA, tra cui la collaborazione con ElevenLabs per la sintesi vocale, e rafforza le proprie politiche per arginare la diffusione di musica creata senza adeguata trasparenza.

Jack Dorsey scommette su diVine, la nuova versione di Vine

Jack Dorsey finanzia diVine, una nuova app che riporta in vita Vine e i suoi celebri video da sei secondi. Il progetto, sviluppato dall’ex dipendente Twitter Evan Henshaw-Plath, offre l’accesso a oltre 100 mila clip recuperate da un backup precedente alla chiusura della piattaforma nel 2016 e permette agli utenti di creare profili e caricare nuovi video. A differenza dei social attuali, diVine blocca i contenuti sospettati di essere generati dall’IA e verifica che i video siano registrati da persone reali grazie alla tecnologia del Guardian Project. Basato sul protocollo decentralizzato Nostr e rilasciato in open source, il servizio punta a ricreare uno spazio più autentico e meno guidato dagli algoritmi. I creator possono reclamare i propri contenuti o chiederne la rimozione tramite richiesta DMCA, la procedura prevista dal Digital Millennium Copyright Act per tutelare il copyright online.

Meta porta Vibes in Italia

Meta ha esteso anche in Italia Vibes, il feed dedicato ai brevi video generati dall’intelligenza artificiale all’interno dell’app Meta AI. Il servizio, già attivo negli Stati Uniti, ha registrato una crescita di oltre dieci volte nella creazione di contenuti, grazie alla possibilità di produrre clip surreali, remixare video esistenti e personalizzare musica e stili. L’algoritmo propone un flusso su misura e i contenuti possono essere ricondivisi su Instagram e Facebook. Il lancio italiano conferma la corsa delle big tech verso format basati su video IA, in un contesto in cui anche strumenti come Sora2 di OpenAI attirano sempre più attenzione.

WEB NEWS

OpenAI lancia GPT-5.1

L’azienda guidata da Sam Altman ha presentato Gpt-5.1, un aggiornamento che introduce due nuovi modelli. Il primo è Instant, pensato per essere più spontaneo e conversazionale, mentre il secondo è Thinking, progettato per il ragionamento avanzato grazie a tempi di elaborazione che si adattano alla complessità della richiesta. Entrambe le versioni rappresentano un passo avanti nella precisione delle risposte e nella capacità di risolvere problemi, consolidando il ruolo della nuova generazione Gpt-5 nelle applicazioni professionali e di ricerca. Parallelamente, l’azienda ha rivisto le opzioni di personalizzazione del tono ampliando le modalità disponibili e offrendo controlli più dettagliati su concisione e stile. Le istruzioni personalizzate risultano più stabili e la funzione memoria sarà resa più intuitiva, con l’obiettivo di garantire un’esperienza più coerente nel tempo.

ChatGpt lavora alle chat di gruppo

OpenAI sta testando le chat di gruppo di ChatGpt in Giappone, Nuova Zelanda, Corea del Sud e Taiwan, aprendo a un uso più collaborativo dell’assistente. La funzione, disponibile per utenti Free, Plus e Team su mobile e web, consente a più persone di partecipare alla stessa conversazione mantenendo comunque privata la memoria individuale. Le chat, attivabili solo tramite invito e fino a venti partecipanti, funzionano come un normale thread. A gestire le risposte è Gpt-5.1 Auto, che offre anche ricerca, generazione di immagini, upload di file e dettatura. I limiti d’uso si applicano soltanto quando interviene l’AI. Per OpenAI si tratta di un altro passo verso un’esperienza più sociale, in linea con la sperimentazione avviata con Sora 2.

Google lancia Gemini 3

Gemini 3 è il nuovo modello di intelligenza artificiale presentato da Google, pensato per competere direttamente con ChatGpt 5.1 e rafforzare l’intero ecosistema dell’azienda. Secondo il CTO di Google DeepMind Koray Kavukcuoglu, il nuovo modello unisce capacità di ragionamento evolute, competenze di coding e un approccio più orientato all’apprendimento, trasformandolo in uno strumento pensato per studiare, esplorare e sviluppare idee. Gemini 3 debutta subito nelle app consumer di Google ed è al centro di Google Antigravity, una nuova piattaforma che permette agli sviluppatori di creare agenti capaci di pianificare ed eseguire in autonomia compiti software complessi grazie all’accesso diretto a editor, terminale e browser. L’integrazione con modelli dedicati al controllo del computer e all’editing delle immagini rafforza ulteriormente la proposta, posizionando Gemini 3 come un assistente progettato non solo per rispondere alle domande, ma per accompagnare l’utente nei processi di conoscenza e sviluppo.

Meta vince la causa antitrust negli Stati Uniti…

Meta ha ottenuto un’importante vittoria legale negli Stati Uniti, dove un giudice federale ha respinto la causa della Federal Trade Commission che mirava a smantellare il gruppo obbligandolo a separarsi da WhatsApp e Instagram. La corte ha stabilito che l’ente regolatore non è riuscito a dimostrare che l’azienda mantenga oggi una posizione dominante tale da ostacolare la concorrenza, rilevando che piattaforme come TikTok e YouTube rappresentano alternative ormai radicate. La causa, avviata nel 2020, contestava le acquisizioni del 2012 e 2014 considerate una strategia per neutralizzare potenziali rivali. Il verdetto segna un passo indietro per gli sforzi di Washington di contenere il potere delle Big Tech, mentre la corte federale si è detta “profondamente delusa” e valuterà i prossimi passi. Meta accoglie la sentenza come un riconoscimento della trasformazione del mercato e della forte pressione competitiva nel settore dei social media.

… ma ne perde una contro gli editori in Spagna

La giustizia spagnola ha imposto una sanzione senza precedenti a Meta per pratiche di concorrenza sleale legate alla violazione della normativa europea sulla protezione dei dati. Un tribunale di Madrid ha ordinato alla big tech di versare oltre 542 milioni di euro a più di 80 testate locali appartenenti all’Associazione dei Media di Informazione, che ha promosso l’azione legale. Secondo la sentenza, Meta avrebbe ottenuto “un significativo vantaggio competitivo” utilizzando “i dati di milioni di utenti” per vendere pubblicità personalizzata sui social network senza il loro consenso, in violazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati.

Leggi anche: Social Buzz Week, le notizie della settimana che forse non hai letto (10-16/11).

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