Quando a dirti che cosa comperare è l’influencer creato dall’IA

Di il 31 Maggio, 2025
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Appare molto distante il mondo della pubblicità televisiva dal fenomeno a cui si sta assistendo oggi: la generazione Z si fa consigliare da avatar presenti sui social che cosa acquistare

La pubblicità e il marketing, da che mondo è mondo, hanno sempre influenzato le scelte di acquisto dei consumatori. Quando non c’era ancora la televisione passavano per le riviste e i giornali, ma è con la tv che, fino all’era degli influencer, la pubblicità ha segnato i massimi record.

I primi a sperimentare gli annunci televisivi sono stati gli americani.

Negli Stati Uniti, infatti, la pubblicità è arrivata sul piccolo schermo nel 1953, mentre in Italia si è dovuto attendere il 1957 con il famoso Carosello, che per i più piccoli segnava l’ora della nanna.

Oggi quel mondo è un lontano ricordo, per alcuni più vivo per altri un po’ meno.

Ecco, la generazione Z non lo ricorda proprio. Per i più giovani di loro, nativi digitali, all’ombra dello smartphone pure la tv scompare, se non quella on-demand.

E così il mondo pubblicitario sfonda le porte aperte dei social network e del world wide web. Secondo un sondaggio condotto da Whop, un marketplace per prodotti digitali, uno consumatore su tre della gen Z ora sceglie che cosa comperare in base a quello che gli consiglia l’influencer generato dall’IA.

Un fenomeno che si riflette sull’intero settore del marketing, che se non resta al passo coi tempi rischia di perdere competitività.

Gen Z e digitale

Sebbene in molti sostengano che gli influencer nati dall’IA non siano così verosimili a un venditore reale, alla gen Z pare non importare più di tanto.

Il sondaggio condotto da Whop rivela, infatti, che su duemila americani di età compresa tra 12 e 27 anni, la tendenza è particolarmente marcata tra i consumatori in età universitaria.

Quasi la metà dei giovani tra i 19 e i 21 anni segue influencer nati dall’IA, con il 47% dei giovani uomini che sono follower di questi account, rispetto a meno del 40% delle giovani donne.

E anche per l’Influencer Marketing Report 2024 di Sprout Social, solo il 35% degli intervistati della generazione Z ha dichiarato di apprezzare l’autenticità di un influencer, rispetto a circa la metà dei millennial, della generazione X e dei baby boomer.

E quasi la metà (46%) della gen Z afferma di avere maggiori probabilità di fidarsi di un brand che collabora con un influencer nato dall’IA.

Un fenomeno diffuso, insomma, che ha rappresentato una svolta per alcuni personaggi nati con il digitale. Come Lil Miquela, content creator da 2,4 milioni di follower su Instagram, che ha stretto accordi con i marchi Bmw, Calvin Klein e Dior e, secondo quanto si legge su FastCompany, il suo guadagno annuale si avvicina al milione di dollari – Bloomberg nel 2020 stimava che prendesse ottomila dollari per ogni post sponsorizzato.

Tra gli altri influencer figli dell’IA spiccano Noonoouri (498.000 follower), Magazine Luiza (7,8 milioni di follower) e Shudu (237.000 follower).

Cosa aspettarsi, quindi, in futuro?

 

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Social e avatar

Ora anche le piattaforme si stanno adeguando.

Meta ha recentemente lanciato degli strumenti che consentono agli utenti di creare i propri personaggi con l’intelligenza artificiale su Instagram e Facebook anche senza avere competenze di programmazione o design.

“I nostri risultati sono chiari: le generazioni più giovani sono alla ricerca di opportunità per fare soldi online. È un segno dei tempi, e ce ne saranno altre”, ha dichiarato Cameron Zoub, responsabile della crescita e cofondatore di Whop, in una nota. “Tuttavia, creare un influencer basato sull’intelligenza artificiale e la capacità di guadagnarsi da vivere sono due cose molto diverse”.

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Chiara Buratti muove i suoi primi passi nel mondo del giornalismo nel 2011 al "Tirreno" di Viareggio. Nel 2012 si laurea in Comunicazione Pubblica e nel 2014 consegue il Master in Giornalismo. Dopo varie esperienze, anche all'estero (El Periódico, redazione Internazionali - Barcellona), dal 2016 è giornalista professionista. Lavora nel web/nuovi media e sulla carta stampata (Corriere della Sera - 7, StartupItalia). Ha lavorato in TV con emittenti nazionali anche come videoeditor e videomaker (Mediaset - Rete4 e Canale 5, Ricicla.tv).