La pubblicità di OnlyFans è un classico ma funziona

Di il 03 Giugno, 2025
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La piattaforma per adulti sta adottando una strategia di marketing tutt'altro che nuova, ma ancora molto efficace: i cartelloni pubblicitari con i volti delle sue più celebri star

OnlyFans si fa pubblicità anche fuori dalle piattaforme digitali. A New Orleans e Las Vegas, ma anche a Londra, stanno spuntando cartelloni pubblicitari con cui le star della piattaforma online e app di intrattenimento per adulti promuovono i propri profili.

Lo strumento scelto è curioso per una app così recente.

Lanciata nel 2016, OnlyFans si fa pubblicità in un modo più tradizionale, cioè attraverso gli iconici billboard, i larghi cartelloni orizzontali che campeggiano ai lati delle strade.

Almeno nell’immaginario americano, come si evince ad esempio dal film Tre manifesti a Ebbing. Missouri o dal successo ancora montante della pubblicità in stile rotocalco, installazioni come queste possono raggiungere categorie di pubblico diverse e catturano l’attenzione per il modo in cui occupano lo spazio pubblico e si consegnano necessariamente alla vista dei passanti.

Così i volti di Meighan Baker e Hayley Davies punteggiano i viaggi in auto. Ed è difficile non notarle.

In stile Flintstones

Andrew Bachman, amministratore delegato e fondatore di Creators Inc., una delle più grandi agenzie di management nell’ambito OnlyFans, ha dichiarato a Usermag: “Quando tutti stanno andando verso i Jetsons, andare in stile Flintstones è un po’ uno sfoggio”.

Per capire perché OnlyFans si fa pubblicità in stile vintage, bisogna considerare diversi fattori.

La popolarità di OnlyFans è in crescita, con un aumento di creator del 29% tra il 2022 e il 2023 e una crescita del 20% dei ricavi, secondo quanto riportato dal Guardian.

Questo significa che anche la competizione interna è più aspra, perciò le star consolidate vogliono mantenere il loro vantaggio competitivo.

Baker, ad esempio, ha riferito un aumento del 200% nel numero di abbonati dopo l’avvio della promozione tramite i cartelloni.

Non bisogna inoltre dimenticare che le pubblicità di OnlyFans incontrano le restrizioni sui contenuti per adulti, con il divieto di promuovere profili Nsfw – non suitable for work, cioè non adatti al lavoro – e l’assenza di spazi pubblicitari premium dedicati.

OnlyFans si è affidata proprio a Creators Inc., agenzia di promozione di talenti e creator, che fa una spietata guerra di territorio soprattutto ai grandi eventi come il Coachella.

Di solito, sono le stesse star di OnlyFans o le loro agenzie a finanziare i cartelloni.

A volte, può capitare che qualche fan ne paghi uno per ingraziarsi le attenzioni delle dive, come nel caso di Kazumi.

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Ilona Staller, aka Cicciolina, a una manifestazione antiproibizionista a Roma nel 1989. Foto: Wikimedia Commons.

Sempre le stesse cose

Le strategie di marketing basate sui cartelloni pubblicitari non sono nuove neanche per i contenuti per adulti.

Case di produzioni pornografiche e siti come Pornhub hanno lanciato cartelloni provocatori nelle piazze più frequentate del mondo, come Times Square a New York.

Sebbene le immagini non siano necessariamente provocatorie, questa strategia ha però destato qualche perplessità e causato anche diverse denunce e proteste per i contenuti a cui alludono o apertamente rimandano.

Dal punto di vista delle agenzie di marketing e della piattaforma stessa, vale comunque la pena affrontare il rischio.

Infatti, il costo di un cartellone varia tra gli ottomila e i diecimila dollari, un costo davvero risibile rispetto al mercato.

È difficile evitarne la visione tramite uno scroll e non possono essere oscurati da un algoritmo – il fenomeno dello shadowban.

Inoltre, un cartellone non resta mai soltanto un cartellone.

L’era della frammentazione è anche quella della contaminazione dei contenuti.

Questi inserti pubblicitari, oltre a catturare l’attenzione per il loro grande impatto visivo e trasversale, finiscono poi anche in digitale, tramite ricondivisioni ulteriormente moltiplicate dalla visibilità dei volti da copertina.

Davvero, certe cose non tramonteranno mai.

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Ludovica Taurisano è dottoranda di ricerca in Global History and Governance per la Scuola Superiore Meridionale di Napoli, con un progetto di ricerca sull’editoria popolare e l’informazione politica negli anni Sessanta e Settanta. Con una formazione in teoria e comunicazione politica, si è occupata di processi di costruzione dell’opinione pubblica; ha collaborato con l’Osservatorio sulla Democrazia e l’Osservatorio sul Futuro dell’Editoria di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Oggi è Program Manager per The European House – Ambrosetti. Scrive di politica e arti performative per Birdmen Magazine, Maremosso, Triennale Milano, il Foglio, Altre Velocità e chiunque glielo chieda. Ogni tanto fa anche cose sul palco.