‘Giovani adulti e il futuro delle notizie’, è questo il nome del sondaggio pubblicato dal Pew Research Center che mira a comprendere la situazione americana attuale rispetto al consumo di notizie.
L’indagine punta a formare un quadro preciso sulle abitudini di consumo e ricerca di informazioni da parte del pubblico statunitense, suddiviso in fasce d’età, nel 2025.

Calo d’interesse
Tra i trend principali riscontrati si nota un calo di interesse generale nella fruizione di notizie rispetto all’anno 2016.
Col passare degli anni, chi dice di informarsi sempre o per la maggior parte del tempo, per ogni fascia d’età esaminata – 18-29, 30-49, 50-64, 65+ – perde punti percentuale significativi.
I giovani adulti rimangono il gruppo che si informa meno e predilige il digitale.
Il 76% di questi sostiene di leggere notizie sulle piattaforme social rispetto al 28% degli over 65.
Anche per quanto riguarda la fiducia percepita nei confronti delle informazioni lette sui social media, i più giovani rimangono in vetta con il 50% di consenso.
Con l’aumentare dell’età, diminuiscono le percentuali di intervistati che reputano i social fonti attendibili toccando il punto più basso con il 24% degli over 65.
Impatto emotivo
La negatività percepita nelle notizie sembra essere uno tra i motivi principali che trattengono i più giovani da un consumo maggiore.
“Cerco di evitarlo per la mia salute mentale”, sostiene una giovane ragazza coinvolta nel sondaggio.
Tra gli adulti, invece, la maggior parte sostiene di sentirsi ben informata e quindi risponde in modo positivo all’informazione.

Il quadro
I dispositivi digitali rappresentano i mezzi che attraggono il maggior numero di pubblico per il consumo di notizie.
Gli over 65 prediligono ancora la televisione ai social media ma per le altre fasce d’età la storia è diversa.
Tv, radio e stampa non raggiungono picchi superiori al 52%, eccezion fatta per la fascia 50-64 dove il 74% predilige la televisione.
Per il resto, i media digitali raggiungono percentuali superiori all’80% per tre gruppi su quattro.
Un quadro chiaro, dunque, in cui social media, motori di ricerca e applicazioni o siti di notizie dominano.
Giornalismo trasparente
Un altro punto importante emerso dal sondaggio è il rapporto che le nuove generazioni hanno nei confronti dei giornalisti.
Per i più giovani, una presa di posizione più marcata, anche a discapito di una minore neutralità stilistica, è ben accetta.
“Penso di non avere nulla contro di loro se prendono una posizione”, spiega un ragazzo di 24 anni.
“Voglio solo che venga spiegato perché stanno prendendo quella posizione”.
Dalle risposte si nota dunque un’apertura maggiore dei più giovani nei confronti di un giornalismo più diretto e che sostiene cause e comunità locali.




