Si è conclusa la lunga soap opera dell’acquisto del Telegraph

Di il 05 Giugno, 2025
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Si chiude la trattativa sull'acquisto del quotidiano britannico da parte di RedBird. Al partner emiratino Imi resta una quota minoritaria 15%, ma il suo ad Rani Raad ha deciso di dimettersi proprio ora

Sull’acquisto del Telegraph da parte di International Media Investments – Imi, società di investimento con sede ad Abu Dhabi, ci sono degli sviluppi, ma la questione è ancora sospesa.

Imi è già proprietaria del quotidiano The National nella capitale emiratina, ma anche di Cnn Business Arabic e ha una joint venture regionale in essere con Sky. È controllata dallo sceicco Mansour bin Zayed Al Nahyan, vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti e proprietario del Manchester City.

Negli ultimi due anni, Imi ha tentato di acquistare il quotidiano britannico assieme al partner statunitense RedBird Capital Partners, fondata e gestita dall’imprenditore statunitense Gerry Cardinale.

Questa trattativa, però, si è rivelata più complicata del previsto.

E come ciliegina sulla torta, Rani Raad, amministratore delegato di Imi, si prepara a lasciare il gruppo.

L’ex storica sede del Daily Telegraph a Fleet Street a Londra. L’edificio, conosciuto anche come Peterborough Court, è oggi proprietà della famiglia reale del Qatar. Foto: Wikimedia Commons.

Storia infinita

Come riporta il Financial Times, Imi è anche il principale sostenitore di RedBird Imi, il veicolo d’investimento guidato dall’ex presidente della Cnn Jeff Zucker, che aveva concordato l’acquisto del Telegraph nel 2023.

Ma le cose non sono andate come previsto, nonostante le difficoltà finanziarie del Telegraph Media Group.

Il gruppo, che controllava anche The Spectactor, ha accantonato nel 2023 quasi 280 milioni di sterline per coprire i prestiti concessi alla famiglia Barclay – ex proprietaria del gruppo, prestiti che potrebbero non essere rimborsati.

RedBird Imi ha saldato i debiti della famiglia Barclay, inclusi 600 milioni di sterline di prestiti garantiti contro le testate.

In primavera il governo britannico ha emanato una legge che vieta agli Stati stranieri e ai loro affiliati di possedere asset mediatici nel Regno Unito.

Di conseguenza, RedBird si è visto costretto a mettere in vendita le testate del gruppo riservandosi però la possibilità, qualora non fosse possibile recuperare completamente quei 600 milioni di sterline, di trasferire le proprietà a un’altra realtà gestita solo da RedBird Capital, per assicurarsi di rispettare le nuove restrizioni sulla proprietà straniera dei media.

Sembra che il governo britannico abbia subito le forti pressioni dei deputati conservatori, ma anche dei membri della redazione del Telegraph, preoccupati dall’idea che uno Stato straniero potesse controllare un quotidiano britannico di grande influenza.

Lo scorso ottobre, nelle trattative con RedBird Imi si è inserita un’altra pedina: Dovid Efune, proprietario del quotidiano The New York Sun.

Il 22 maggio 2022, il Milan vince il suo 19esimo scudetto. Il 31 agosto dello stesso anno, la società statunitense di gestione degli investimenti RedBird Capital Partners acquisisce il club. Foto: Wikimedia Commons.

Dimissioni pesanti

Le motivazioni della scelta di Raad, si legge, sarebbero dettate da cause strettamente personali.

È comunque indubbio che gli ultimi due anni siano stati molto difficili per l’ex dirigente della Cnn e di Warner Bros Discovery, che in Imi ha posto le basi per una grossa espansione delle attività in campo media e che ha tentato di portare a termine l’acquisto del Telegraph.

La decisione di Raad lascia quindi perplessi proprio per il tempismo dell’annuncio.

Infatti, la statunitense RedBird Capital Partners, che possiede tra gli altri Skydance Media e Fenway Sports Group – il gruppo che possiede il club calcistico inglese del Liverpool – ha appena raggiunto un accordo per prendere il controllo del quotidiano.

Tuttavia, la nuova intesa, chiusa per una somma di 500 milioni di sterline, prevede che Imi deterrà una quota del 15% del gruppo editoriale – il massimo consentito dal governo britannico per un soggetto statale straniero.

Intanto, RedBird è alla ricerca altri investitori nel Regno Unito e ha avviato contatti con Lord Rothermer, proprietario del Daily Mail, che potrebbe acquisire un altro 10%.

Raad resterà in azienda per il prossimo mese per supportare un comitato esecutivo ad interim che supervisionerà le operazioni, e continuerà a collaborare con Imi come consulente, dopo aver posto le basi per un’espansione a lungo termine delle attività del gruppo mediatico.

Il comunicato stampa ripreso dal Financial Times precisa che è “completamente errato suggerire che la tempistica dell’uscita di Rani Raad sia collegata al processo di acquisizione di Telegraph Media Group”.

Si chiude così la lunga trattativa sull’acquisto del Telegraph.

Cardinale – che, tra i vari asset della sua società, dal 2022 annovera anche il Milan – ha dichiarato che verranno rispettati i valori editoriali del quotidiano, provando a espanderlo internazionalmente, soprattutto negli Stati Uniti, e a rafforzarlo sul piano digitale e tecnologico.

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Ludovica Taurisano è dottoranda di ricerca in Global History and Governance per la Scuola Superiore Meridionale di Napoli, con un progetto di ricerca sull’editoria popolare e l’informazione politica negli anni Sessanta e Settanta. Con una formazione in teoria e comunicazione politica, si è occupata di processi di costruzione dell’opinione pubblica; ha collaborato con l’Osservatorio sulla Democrazia e l’Osservatorio sul Futuro dell’Editoria di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Oggi è Program Manager per The European House – Ambrosetti. Scrive di politica e arti performative per Birdmen Magazine, Maremosso, Triennale Milano, il Foglio, Altre Velocità e chiunque glielo chieda. Ogni tanto fa anche cose sul palco.