Foto di copertina: tabloid inglesi. Fonte: Flickr
Il gruppo Daily Mail and General Trust (DMGT) ha siglato un accordo da 500 milioni di sterline per acquisire il Telegraph Media Group, dando vita a uno dei più potenti poli mediatici conservatori del Regno Unito.
L’intesa arriva a pochi giorni dal ritiro improvviso di RedBird Capital, che aveva tentato di comprare il quotidiano ma aveva abbandonato l’operazione a causa dell’assenza di una tempistica chiara da parte del governo britannico.
Fine di una delle trattative più complesse della storia dei media UK
La cessione del Telegraph è stata una delle più lunghe e controverse della storia editoriale britannica.
Da mesi il giornale era al centro di tensioni politiche che avevano creato un vero e proprio vuoto di leadership durato quasi due anni.
L’accordo con DMGT, proprietaria di Daily Mail, Metro e i, mira a riportare stabilità al gruppo.
L’editore ha assicurato che l’acquisizione preserverà l’indipendenza editoriale del Telegraph, garantendo che “il suo giornalismo possa prosperare a lungo nel futuro e sulla scena internazionale”.

Le ragioni strategiche di Rothermere
Dietro l’operazione c’è la volontà di Lord Rothermere, proprietario di DMGT, di unire due delle principali testate conservatrici del Paese.
L’accordo ridisegna gli equilibri dell’industria dei media britannica e crea una nuova realtà capace di influenzare fortemente il dibattito politico, soprattutto in un momento in cui il partito Reform sta guadagnando consensi contro il governo laburista.
Il Telegraph, spesso soprannominato “Torygraph” per la sua vicinanza ai conservatori, ha un target composto da lettori più benestanti e compete direttamente con testate come The Times, di Rupert Murdoch.
Concorrenza e pluralismo
L’operazione dovrà superare l’esame dell’Autorità garante della concorrenza britannica (CMA) e di Ofcom, preoccupate per l’eccessiva concentrazione della proprietà nel settore dei quotidiani nazionali.
Fonti vicine al dossier sentite dal Financial Times suggeriscono che DMGT potrebbe vendere Metro e i per superare eventuali ostacoli regolatori e rispondere ai timori sul pluralismo dell’informazione.
Il governo, che può intervenire direttamente per garantire un equilibrio nel settore, è probabilmente sotto forte pressione politica: la prospettiva che due dei principali quotidiani conservatori finiscano sotto lo stesso proprietario agita soprattutto il Partito Laburista.

I tentativi falliti di RedBird IMI
L’accordo arriva dopo un periodo turbolento per la testata.
RedBird IMI aveva assunto il controllo provvisorio del Telegraph nel 2023, dopo che un precedente accordo con il partner di Abu Dhabi era stato bloccato.
Proprio a seguito di quell’episodio, il governo britannico aveva introdotto nuove regole che limitano al 15% la quota detenibile da un fondo sovrano straniero nei quotidiani nazionali.
Una norma pensata anche per impedire che IMI, società legata alla famiglia reale di Abu Dhabi e partner di RedBird, potesse acquisire un ruolo troppo influente: la joint venture aveva infatti rilevato i debiti del precedente proprietario, la famiglia Barclay, storica proprietaria delle testate.
Nel frattempo, RedBird IMI aveva venduto The Spectator al miliardario Paul Marshall, mentre un ulteriore tentativo di cedere il Telegraph a un gruppo di investitori guidati da Dovid Efune, editore del New York Sun, era fallito.
L’espansione internazionale
Uno degli obiettivi dichiarati da DMGT è investire significativamente nell’espansione globale del Telegraph.
Il gruppo, scrive il Wall Street Journal, ha dimostrato grande capacità nel rendere popolare il sito del Daily Mail, diventato una delle testate britanniche più lette negli Stati Uniti.
L’ambizione ora è replicare quella strategia, trasformando il Telegraph in un brand digitale internazionale capace di attrarre nuovi lettori e investimenti pubblicitari.
Una nuova fase per l’informazione in UK, e non solo
Se approvata, l’acquisizione segnerà la fine di una delle più complesse dispute editoriali degli ultimi decenni e l’inizio di una nuova fase per la stampa conservatrice inglese.
“L’era del dominio di Rupert Murdoch nel mercato dei quotidiani britannici è finita”, ha affermato l’ex direttore del Sun, David Yelland.
“Questa fusione unisce due degli imperi dell’informazione più potenti, seppur spesso tossici e arrabbiati, del mondo.”
Nel frattempo, secondo l’ex direttore del Financial Times Lionel Barber, la “lunga notte del Telegraph” per Gerry Cardinale, capo di RedBird, è finalmente finita.
Ora, sempre secondo Barber, Cardinale potrà concentrarsi su un altro dossier: Paramount.
Ma questa è tutta un’altra storia.




