Foto copertina: immagine generata con Sora dall’autrice.
Secondo il suo amministratore delegato Bill Ready, su Pinterest la generazione Z, ossia i nati tra la fine degli anni ’90 e il 2012, si sente meglio.
Difficile da inquadrare come social media, è una piattaforma in cui gli utenti possono creare delle bacheche virtuali composte esclusivamente da immagini, dividendole in cartelle, scorrendo in quelle di altri profili.
Ready, cresciuto in una piccola città del Kentucky, il primo in famiglia a fare gli studi superiori, ha preso le redini della piattaforma nel 2022.
Trovando un’azienda smarrita, ha dichiarato al New York Times, ha visitato la sede di Pinterest a San Francisco.
Questo valeva sia per la strategia di posizionamento sul mercato, rispetto alle altre piattaforme, ma anche internamente, con scandali legati a episodi di discriminazione.
Con Ready, l’azienda ha puntato sulla gen Z e sull’intelligenza artificiale, valorizzando l’aspetto estetico su cui si fonda l’aspetto social di Pinterest.
L’ad è anche stato in grado di intercettare una richiesta crescente e condivisa da parte degli utenti: il bisogno di ottimismo e di luoghi digitali che siano positivi, rispetto agli ambienti tossici degli altri social media.

Una bacheca di Pinterest. Foto: Pexels.
Competizione responsabile
Essendo ancora in corso la rivoluzione digitale, anche le ricerche in letteratura mostrano risultati contrastanti.
Secondo la ricerca Social media use in adolescents with and without mental health conditions pubblicata quest’anno su Nature, è ancora lacunosa l’evidenza scientifica che collega problemi di salute mentale diagnosticati a un maggiore utilizzo dei social media.
Eppure, c’è un’attenzione crescente da parte delle famiglie – e di conseguenza anche dei legislatori – sugli effetti della tecnologia sulla qualità della vita, soprattutto degli adolescenti.
Anche le piattaforme si stanno muovendo in questo senso.
Ad esempio, nell’ottica di assicurare una tutela completa, Pinterest ha inserito l’impostazione di account privato per gli utenti sotto i 16 anni.
YouTube ha inserito un limite alla visione degli Shorts – concepiti sul modello TikTok – per evitare lo scrolling infinito.
Questo perché più della metà degli iscritti a Pinterest, che in totale si aggirano attorno ai 580 milioni – un numero limitato, se confrontato ai tre miliardi di Instagram – appartiene proprio alla generazione Z.
Dall’occhio al carrello
Ma sono proprio loro gli utenti più esigenti.
Da un lato, su Pinterest la generazione Z cerca la soddisfazione estetica articolata e garantita dall’IA, ma sempre più spesso gli user vogliono contenuti reali, e si lamentano dell’abbondanza ripetitiva di quelli artificiali.
In risposta a questi feedback, Pinterest ha aggiunto una funzione che limita la quantità di immagini sintetiche.
Dura anche la sua valutazione sugli altri social, che cercano “l’engagement attraverso l’indignazione”.
Pinterest vuole cambiare rotta. Nel suo mondo ideale dovrebbe essere premiata la piattaforma che investe sul benessere e la sicurezza.
Per il business, Pinterest punta invece sull’attrattività, a catturare lo sguardo, quindi l’attenzione, perché la piattaforma è puramente visiva.
Nel frattempo, si è rafforzato il legame tra le immagini e le funzioni di acquisto: secondo Ready, il consumatore è più razionale e attento su Pinterest, mentre è più compulsivo altrove.

I colori pastello, associati a sensazione di benessere, abbondano su Pinterest. Foto: Pexels.
Pinterest per la famiglia
Pinterest per la generazione Z si basa su due chiavi strategiche: benessere e intenzionalità.
Le morning routine così popolari su YouTube, sono una miscela di questi ingredienti per il benessere: sveglia la mattina presto, lontano dal telefono tranne che per Pinterest, che stimola la creatività.
A questo si aggiunge il journaling, cioè la pratica di scrittura dei pensieri, per rafforzare consapevolezza, presenza e intenzione.
Ma forse non si tratta solo di una questione generazionale.
Nell’intervista, Ready ricorda un episodio formativo della prima adolescenza trascorsa in officina con i genitori.
Dice di aver commesso un errore sul camion di un agricoltore e di essere stato incoraggiato dai suoi ad assumersi la responsabilità di quell’errore.
L’ad rivolge lo stesso monito alle aziende di IA, una tecnologia potente che richiede cautela e responsabilità, anche orientando i talenti nel loro lavoro di ricerca.
Ora, sulla sua bacheca, ci sono giacche di lino rosa e scarpe scamosciate dello stesso colore, che ha pinnato dopo aver chiesto a Pinterest indicazioni di shopping per sé e per la figlia.




