Se l’assalto di Roma a Milano passasse (anche) dall’editoria

Di il 01 Agosto, 2025
Se l’assalto di Meloni a Milano passasse (anche) dall’editoria
Dopo politica e finanza, si aprirà un nuovo fronte nel cuore della città simbolo del potere economico italiano?
Foto copertina: Wikimedia Commons.

Domenica 27 luglio, sul Corriere della Sera Federico Fubini scrive che “Milano è diventata il grande magnete d’Italia. E come sempre accade, anche nelle dinamiche più sane e virtuose, la stessa potenza del magnete genera squilibri”. Il riferimento è al boom demografico e immobiliare del capoluogo lombardo, legato al cortocircuito politico-giudiziario – e naturalmente mediatico – che sta mettendo in discussione il celebrato modello Milano.

Un “magnete” che non è sfuggito alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Forte dei sondaggi che la danno saldamente al 27%, la premier guarda già al secondo mandato. Ma per governare davvero l’Italia, sa che Roma non basta: serve Milano.

Palazzo Marino, sede dell’amministrazione comunale di Milano. Foto: Wikimedia Commons.

Tre atti

Ed è proprio su Milano che si sta aprendo un fronte strategico, forse decisivo, in tre atti.

Il primo è quello politico. Palazzo Marino, sede dell’amministrazione comunale, è nel mirino del governo, che punta a scalzare il centrosinistra con una figura espressione dell’attuale maggioranza. Un candidato che cavalcherà in campagna elettorale l’onda lunga dell’inchiesta che ha travolto anche il sindaco Beppe Sala.

Il secondo fronte è quello economico-finanziario. L’assalto alla finanza meneghina è già cominciato e si gioca sul tavolo del risiko bancario.

Prima l’offerta pubblica di scambio del Monte dei Paschi di Siena – partecipata dal ministero dell’Economia e delle Finanze, da Francesco Gaetano Caltagirone e da Delfin, la finanziaria della famiglia Del Vecchio – su Mediobanca, storico presidio della borghesia finanziaria milanese e azionista di peso di Generali.

Poi il golden power esercitato sull’operazione UniCredit-Banco Bpm, che ha spinto l’amministratore delegato della prima, Andrea Orcel, ad abbandonare la preda.

E poi c’è il terzo fronte. Quello dell’informazione. Per ora solo segnali, ma sempre più evidenti.

Antonio Angelucci, deputato della Lega, è già editore di Libero, Il Giornale e Il Tempo. Francesco Gaetano Caltagirone è proprietario di diverse testate – Il Messaggero, Il Mattino e Il Gazzettino – e detiene, da poco, oltre l’8% di Class Editori, secondo i dati riportati sul sito della società. Il gruppo pubblica Mf, Milano Finanza, ItaliaOggi, gestisce la tv Class Cnbc e l’agenzia Mf-DowJones. Una piattaforma milanese, autorevole e ben posizionata nei salotti buoni della finanza.

Proprio su questa roccaforte editoriale, l’ingegnere romano ha compiuto una mossa milanese per lui inedita, definita da Class “ostile” e accolta con sarcasmo dal fondatore e secondo azionista del gruppo, Paolo Panerai, che ha risposto con un editoriale al vetriolo.

Basterà, o nei piani di Roma potrebbe entrare qualche altro potente gruppo editoriale, così da completare la presa di Milano?

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