Un investitore di New York starebbe valutando un ingresso nelle attività via cavo di Warner Bros Discovery (WBD), aprendo un nuovo fronte nella complessa riorganizzazione del gruppo media americano.
Secondo fonti vicine al dossier sentite dal Financial Times, l’interesse riguarderebbe anche asset di primo piano come la CNN.
Di chi si tratta
Al centro delle interlocuzioni ci sarebbe Soo Kim, fondatore dell’hedge fund Standard General, specializzato in operazioni su società in difficoltà e ristrutturazioni industriali.
Kim sarebbe stato avvicinato da almeno un grande azionista di WBD per valutare un possibile investimento o un’acquisizione parziale delle reti televisive tradizionali del gruppo.
Standard General vanta una lunga esperienza nel settore media, oltre a un recente ingresso nel gaming con l’acquisizione della catena di casinò Bally’s.
Il possibile scorporo delle reti via cavo
Un’eventuale iniezione di capitale privato potrebbe rafforzare le prospettive di questa parte di WBD, destinata a essere separata nell’ambito della maxi operazione da 83 miliardi di dollari che prevede la cessione degli asset studio e streaming a Netflix.
Le reti coinvolte includono brand storici come CNN, Food Network e Discovery Channel, oggi sotto pressione per il calo strutturale degli ascolti della televisione tradizionale.
Scontro con Paramount
Il dossier si inserisce in una fase di forte tensione sul fronte M&A.
Nei giorni scorsi WBD ha invitato i propri azionisti a respingere l’offerta ostile da 108 miliardi di dollari avanzata da Paramount per l’acquisizione dell’intero gruppo.
Paramount ha messo sul tavolo un’offerta cash da 30 dollari per azione, ma il consiglio di amministrazione di WBD ha giudicato la proposta eccessivamente rischiosa e priva di garanzie finanziarie sufficienti.
Accuse respinte con decisione dal gruppo guidato da David Ellison.
Il valore del business residuo
L’accordo con Netflix valuta Warner Bros Discovery 27,75 dollari per azione tra contanti e azioni.
Secondo il management, il business residuo delle reti televisive potrebbe generare un valore standalone aggiuntivo di alcuni dollari per azione.
Una stima contestata da Paramount, che sottolinea l’elevato indebitamento di questi asset in un contesto di contrazione strutturale del mercato televisivo tradizionale.
