
Spiegare la fisica in modo semplice, coinvolgente e interattivo è l’obiettivo di Virginia Benzi.
In arte @Quantum Girl, è una content creator che si impegna per sfatare una credenza: la fisica non è per niente noiosa, anzi può essere molto pop.
Così, circa un anno e mezzo fa, sui social, ha iniziato a raccontare con gli shorts notizie e curiosità legate al suo campo di studio, per poi passare anche a contenuti più lunghi e approfonditi.
Laureata magistrale in fisica delle interazioni fondamentali, ha un sogno: arrivare a spiegare argomenti complessi in modo chiaro e semplice a una platea sempre più ampia che comprende sia gli addetti ai lavori ma anche i curiosi.
Grazie a YouTube
Benzi ha quindi messo le basi per avvicinare i giovani e le ragazze alle discipline Stem e, partendo da YouTube, è riuscita in poco tempo a raggiungere centinaia di migliaia di follower.
Oggi il suo canale YouTube conta 179mila iscritti, su Instagram 394mila e su TikTok 204mila.
Si è conquistata un posto tra i cento under 30 di Forbes Italia, è stata ricevuta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e ha partecipato a TedX.
È arrivata anche in tv, con una serie Gen-Q Generazione Quantum, prodotta dalla Rai e disponibile su RaiPlay, in cui la creator dimostra che la scienza può essere per tutti, con un’attenzione particolare alle ragazze.
Per una nuova puntata degli approfondimenti di Mediatrends dedicati ai creator che aiutano i ragazzi con gli esami di maturità, Benzi ha raccontato come riesce a dialogare coi giovani studenti e quali sono, secondo lei, le chiavi del successo della divulgazione.

Virginia Benzi durante i TikTok Awards 2024.
Dal tuo punto di vista, come cambia la comunicazione su YouTube rispetto ad altri canali?
Su YouTube, il linguaggio di comunicazione è molto più narrativo e visivo. Non basta trasmettere un’informazione, bisogna raccontare una storia, coinvolgere il pubblico per un tempo mediamente lungo e quindi studiare il modo per non far perdere la concentrazione. A differenza di Instagram, dove il contenuto deve essere immediato, o TikTok, che punta sulla brevità e sul ritmo, YouTube permette e richiede più profondità: si costruisce un discorso, si crea fiducia, ci si prende del tempo per spiegare. In più, su YouTube il pubblico sceglie attivamente di guardare un video, spesso cercando qualcosa di specifico. Il linguaggio diventa meno forzato, magari anche più tecnico, ma sempre con un tono accessibile alla maggior parte di utenti. Oltre a essere un social YouTube è un vero motore di ricerca.
Come riesci a coinvolgere la GenZ?
Anzitutto devo ammettere che non è semplice. Per intrattenerla e farla appassionare cerco di trovare un linguaggio che parli davvero a loro, partendo magari da ciò che conoscono e vivono ogni giorno — meme, serie tv, videogiochi, tendenze — e usarli come ponte verso argomenti più complessi. Tramite gli shorts uso format più dinamici, brevi, con ritmo, grafica accattivante, storytelling. La forma conta tanto quanto il contenuto. E poi cerco di farli sentire parte del discorso, stimolando la loro curiosità.
Che riscontro hai avuto in termini di crescita di follower durante gli esami di maturità?
Credo che il mio canale più che insegnare argomenti didattici nudi e crudi, invogli stimolando la curiosità alla scoperta delle materie scolastiche. Non ho fatto un conto così preciso ma posso dire che nei miei due anni di attività mi sono più che altro concentrata sui contenuti che possano funzionare tutto l’anno.

Virginia Benzi durante la presentazione del programma GEN-Q Generazione Quantum, su Rai 2.