Dai social all’IA, dove andranno i nuovi populisti

Di il 11 Ottobre, 2025
Mentre Meta e OpenAI preparano piattaforme basate su contenuti generati dall’IA, il rapporto tra politica e rete cambia ancora

C’è un filo che unisce Donald Trump, Javier Milei ed altri leader populisti. Non è solo la simpatia reciproca o l’ostilità verso le élite tradizionali, ma la consapevolezza di abitare lo stesso ecosistema politico-mediatico, ossia quello costruito dai social media.

Negli ultimi dieci anni i leader populisti hanno saputo muoversi in queste piattaforme con una naturalezza che i loro avversari non hanno mai avuto. Hanno compreso prima e meglio di altri che la viralità è una forma di potere e che il consenso si conquista più con l’attenzione che con le idee.

L’arrivo dei social media ha rotto lo schema che per secoli aveva regolato la circolazione delle informazioni. Non più un’élite ristretta che parla a molti, ma una folla che parla a sé stessa.

È in questo spazio orizzontale e caotico che i populisti hanno trovato la loro linfa vitale, trasformando la connessione diretta con il pubblico in un’arma politica e il disordine informativo in un vantaggio competitivo.

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Ma ora lo scenario sta cambiando.

Un’analisi condotta per il Financial Times dalla società di ricerca GWI, basata su 250 mila adulti in oltre 50 Paesi, mostra che il tempo trascorso sui social ha raggiunto il suo picco nel 2022 ed è da allora in costante calo.

Gli adulti nei Paesi sviluppati passano oggi in media due ore e venti minuti al giorno sulle piattaforme, quasi il 10% in meno rispetto a due anni fa. Il calo più netto riguarda proprio i giovani, una generazione che sembra sempre più stanca di spazi saturi e ripetitivi.

È una mutazione silenziosa ma profonda. Gli utenti non abbandonano le piattaforme, smettono semplicemente di essere partecipanti attivi. Scorrono, ma non interagiscono.

Guardano, ma non parlano. Secondo GWI, la quota di chi usa i social per comunicare con amici o esprimersi è crollata di oltre un quarto dal 2014. I social media si stanno trasformando in anti-social media, luoghi di consumo passivo, dove l’algoritmo rimpiazza la conversazione.

E proprio in questo vuoto stanno nascendo i nuovi social media.

Con l’arrivo delle piattaforme generative di Meta e OpenAI, il potere di catturare l’attenzione si sposterà dalle persone alle macchine. I nuovi feed saranno popolati da video e avatar, costruiti da algoritmi capaci di imitare emozioni e linguaggi.

In questo scenario, dove l’intelligenza artificiale produce contenuti in modo autonomo e ininterrotto, anche il carisma rischia di diventare un elemento replicabile.

Finora i leader populisti hanno vinto perché sapevano usare meglio le piattaforme. Ma cosa accadrà quando le piattaforme cominceranno a usare loro?

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Carlo Castorina
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