Tutte le possibilità dell’influencer IA per il marketing

Di il 26 Novembre, 2025
Secondo i creatori di Granny Spills, l'empatia algoritmica potrebbe spingere gli acquisti. Per questo il futuro del marketing è nei creator virtuali come Granny Smith, la nonnina acida che veste Chanel e fa ridere tutto il web.
Foto copertina: immagine generata con Sora.

Granny Spills è l’influencer generata dall’intelligenza artificiale che potrebbe rubare il lavoro agli influencer in carne e ossa.

Da mesi, su TikTok e Instagram gli utenti si intrattengono con la nonnina creata a tavolino con l’IA da due creator ventenni.

Per questo, Granny Spills può indossare borse Chanel e girare il mondo praticamente a costo zero. E come lei, altre influencer IA possono parlare diverse lingue e lanciare campagne in vari paesi.

Ma questa creazione su larga scala non rischia di saturare il mercato? Si sta davvero del tutto smaterializzando l’economia della pubblicità?

Foto: Pexels.

Senza filtri

Secondo il rapporto Twimbit 2025 “State of Virtual Influencers”, i creator virtuali spesso superano gli influencer umani in termini di engagement, perché possono disporre di dati su cui calibrare la loro “empatia algoritmica”.

Lu Do Magalu è brasiliana. Ha oltre 7 milioni di follower su Instagram e veste capi di Magazine Luisa.

È finita sulla copertina di Vogue Brasile e indossa abiti Magazine Luisa.

Poi c’è l’aspirante cantante Lil Miquela, c’è Leya Love che è finita come speaker allo UN Global Youth Summit, e Aitana Lopez, la preferita di OnlyFans.

In Italia, la prima donna virtuale con la spunta blu è Francesca Giubelli.

Tutte donne, tutte bellissime, e tutte con una personalità e un chiaro tratto identificativo costruito ad hoc.

Granny Smith rompe questo schema.

La creatura di Suarez e Adam Vaserstein, i due soci di Blur Studios che hanno all’attivo molti altri influencer IA, va virale perché è cinica, dice cose spiazzanti, e fa ridere.

Qualcosa, anche nei gusti degli utenti, sta cambiando.
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h4>Carrelli pieni di risate

I commentatori sono ancora incerti sul fenomeno.

Secondo Forbes, il mercato globale degli influencer virtuali è stato valutato circa 6 miliardi di dollari nel 2024 e si prevede che raggiungerà oltre 45 miliardi di dollari entro il 2030, crescendo a un tasso di crescita annuo composto del 40,8%.

Per Business Insider, invece, ai brand – che intanto cercano l’accordo con le piattaforme – piacciono sempre meno le partnership con account social basati sull’IA.

Chiaramente il pubblico è interessato a interagire con identità artificiali, nel paradosso per cui l’interazione è maggiore quanto più riuscita è l’ “apparente” autenticità e naturalezza.

Al contrario, gli influencer stanno virando verso contenuti patinati volti ad architettare persino i momenti imperfetti, oppure vendono i propri contenuti alle società di IA.

È il concetto stesso di finzione che si sta evolvendo, e da questo potrebbero dipendere anche le scelte dei consumatori, se gli addetti marketing saranno in grado di giocare sulla realtà sottile di un racconto verosimile.

Al momento, gli storyline coerenti sembrano mancare, e l’IA sta rovinando molte scelte di marketing.

A questo si aggiunge l’ostilità dettata dalla paura della disinformazione e dal pensiero che, nel futuro, l’automazione sostituirà per molte mansioni la componente umana.

Perciò, gli influencer virtuali rimangono ancora una rarità nel settore complessivo dell’influencer marketing.

Su TikTok, questi contenuti vengono demonetizzati perché non originali, ma Suarez e Vaserstein sperano di ottenere accordi con i brand anche grazie a YouTube, e puntano molto alla fascia luxury.

Si legge sul Time che un’agenzia specializzata nel marketing degli influencer, Linqia, ha intervistato oltre 200 professionisti del marketing aziendale e ha scoperto che l’89% di loro non prevede di lavorare con influencer, avatar IA o cloni digitali nel 2026.

Come tutto ciò che riguarda questi tempi veloci, le traiettorie sono imprevedibili.

Intanto, i creatori di Granny Spills scatenano la loro immaginazione, strappando qualche risata, e non è un male.

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Ludovica Taurisano
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Ludovica Taurisano è dottoranda di ricerca in Global History and Governance per la Scuola Superiore Meridionale di Napoli, con un progetto di ricerca sull’editoria popolare e l’informazione politica negli anni Sessanta e Settanta. Con una formazione in teoria e comunicazione politica, si è occupata di processi di costruzione dell’opinione pubblica; ha collaborato con l’Osservatorio sulla Democrazia e l’Osservatorio sul Futuro dell’Editoria di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Oggi è Program Manager per The European House – Ambrosetti. Scrive di politica e arti performative per Birdmen Magazine, Maremosso, Triennale Milano, il Foglio, Altre Velocità e chiunque glielo chieda. Ogni tanto fa anche cose sul palco.