Foto: Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio. Fonte: Shutterstock
Nella società digitale il leader politico per preservare, anzi per aumentare la percezione carismatica, è obbligato a essere sempre più un leader algoritmico.
Una mutazione antropologica, andata avanti negli ultimi due decenni, che giunge a una piena maturazione e che azzera quasi del tutto quell’archetipo di militante che esprimeva la sua fedeltà incrollabile con l’atto del voto: quelli che un tempo erano militanti che gremivano le piazze, oggi sono follower che si riversano nei fandom, lasciando le piazze vuote e silenziose.
Perché il follower che partecipa risponde all’impulso di condividere una dimensione di celebrità, l’unica che sembra legittimare la leadership contemporanea. In questo rapporto tra follower e leader, i primi si limitano molto spesso all’interazione, ma disertando le urne, perché queste non sono più necessarie a far da benzina all’audience.
Il coinvolgimento emotivo dei follower è la pre-condizione di una fidelizzazione a bassa intensità e di una possibile conversione elettorale. Inoltre, mentre i partiti discutono della nuova legge elettorale, il 2027 è più vicino di quanto sembra.
Al voto andranno gli italiani nati nel 2009 che appartengono ancora alla cosiddetta Gen-Z, la prima generazione che “a differenza delle generazioni precedenti non hanno conosciuto un mondo senza smartphone, social media o accesso costante a Internet” (G. Riva Io, noi, loro. Le relazioni nell’era dei social e dell’IA, il Mulino 2025).
Sono adolescenti cresciuti immersi nell’ecosistema digitale, una platea di meta-elettori, che non seguono la quotidianità del dibattito pubblico, ma non per questo disinteressati alle polarizzazioni politiche.
Con questi cittadini digitali, sovraesposti alle tempeste della disinformazione e misinformazione, le democrazie, i leader celebrità e i candidati dovranno pur dialogare. Un dialogo che per essere efficace e produttivo non potrà più avviarsi a qualche mese prima della scadenza elettorale.
Da questa premessa, nasce l’esigenza di monitorare l’eco-sistema delle piattaforme per aver contezza, attraverso gli indicatori di performance degli account social dei leader, di chi sono i politici che riescono a presidiare al meglio i social media e a catturare la materia prima più desiderata: l’attenzione digitale degli utenti.
La leadership digitale di Giorgia Meloni si riconferma in questo 2025, il terzo alla guida del governo, immune dai pericoli di una saturazione. I suoi account social crescono più velocemente di tutti gli altri leader e, per la prima volta dal 2022, le sue interazioni complessive superano quelle di Matteo Salvini che aveva sempre dominato la classifica delle reaction.

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Questa congiuntura, che mette assieme la crescita dei follower e quella del coinvolgimento, non è da sottovalutare, in particolare se guardiamo al traguardo elettorale del 2027, anche perché a far registrare le migliori performance sono due piattaforme con un pubblico ben preciso: TikTok e Instagram.
Ma, accanto alla centralità dell’audience complessiva della Meloni, che ha raggiunto una portata potenziale di 19 milioni di utenti, c’è da segnalare che questo primato della premier è determinato da una crescita, sulle quattro piattaforme principali, dei nuovi follower di 3,6 milioni di iscritti. In particolare, è Instagram a far registrare l’incremento maggiore con 1.534.335 nuovi follower.
Nel pallottoliere delle interazioni c’è la tenuta del leader leghista Matteo Salvini, che nonostante l’ottimo risultato dopo tre anni è costretto a cedere il podio proprio a Giorgia Meloni che invece incassa un totale di oltre 90 milioni interazioni.

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Inoltre, ci sono altri dati che allargano l’orizzonte dell’osservazione. In primis, i buoni risultati per crescita di nuovi follower per alcuni dei leader del centro-sinistra che non hanno fandom corposi, ma che fanno segnare degli incrementi assoluti significativi: Giuseppe Conte su TikTok, Elly Schlein con buone performance su TikTok, Instagram e Facebook; mentre Matteo Renzi si distingue per l’incremento su Facebook e Carlo Calenda su Instagram.
Nelle classifiche delle migliori percentuali di engagement, in pole ci sono le performance della pagina Facebook di Nicola Fratoianni, dell’account Instagram di Riccardo Magi, di Angelo Bonelli su X e TikTok, mentre nella Top 10 dei super postatori c’è la leadership di Carlo Calenda che su X ha pubblicato oltre 2.790 contenuti, che corrisponde a una media giornaliera di 8,1 post. In questa classifica, sempre su X, troviamo poi Nicola Fratoianni che da gennaio a dicembre ha postato 1965 contenuti.
Nella classifica dei follower dei canali WhatsApp, Telegram e Linkedin c’è ancora al primo posto Giorgia Meloni seguita da Giuseppe Conte su WhatsApp e da Antonio Tajani su Linkedin e da Matteo Salvini su Telegram.

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Infine, da questo numero del Club dei Milionari c’è anche la classifica dell’Hate Parade, che raccoglie le differenze percentuali, in aumento o in diminuzione, dei commenti negativi postati dai follower sulle pagine Facebook dei leader politici.
Rispetto al 2024, a far registrare un incremento consistente di commenti negativi sono le pagine di Angelo Bonelli e di Riccardo Magi, seguite da quella del leader di Forza Italia e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani.




