Meta riapre agli editori con accordi per alimentare la sua IA

Di il 08 Dicembre, 2025
Dopo anni di allontanamento dalle news, Meta torna a pagare gli editori per integrare contenuti verificati nel suo chatbot. Una strategia che segue il percorso già intrapreso da OpenAI
Foto: Mark Zuckerberg, ad di Meta. Fonte: Shutterstock

Meta ha riacceso l’attenzione sul mondo dell’informazione.

La scorsa settimana il colosso di Menlo Park ha firmato una serie di accordi commerciali con alcuni dei principali editori internazionali, tra cui USA Today, CNN, Fox News, The Daily Caller, Washington Examiner e Le Monde.

Le intese consentiranno alla società di Zuckerberg di integrare contenuti verificati all’interno di Meta AI, il chatbot che sta diventando parte centrale di Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger.

Meta ha cambiato strategia

Dopo anni di distacco dal settore e la fine dei programmi di compensazione per i media, Meta torna quindi a pagare per i contenuti editoriali.

L’obiettivo è alimentare i propri strumenti di IA con notizie in tempo reale, requisito sempre più centrale per rispondere a domande degli utenti su attualità e fatti di cronaca.

Gli accordi sono pluriennali e prevedono un compenso diretto agli editori, replicando lo schema già utilizzato nel recente contratto con Reuters.

Come funzionano gli accordi

Quando un utente chiede informazioni su temi di attualità, Meta AI indicherà la fonte utilizzata e offrirà un link diretto all’articolo originale.

Secondo Menlo Park, questa integrazione fornirà agli utenti un ventaglio più ampio di contenuti credibili che spaziano da news globali, intrattenimento, lifestyle e temi politici.

La società prevede di ampliare progressivamente la rete di editori e le funzionalità legate all’accesso alle informazioni in tempo reale.

Inseguire OpenAI?

L’iniziativa di Meta si inserisce in un contesto più ampio.

Da alcuni anni anche OpenAI ha iniziato a stringere accordi commerciali con numerosi editori internazionali per alimentare i propri modelli con contenuti affidabili e aggiornati.

Dalle partnership con grandi gruppi media fino alle intese con quotidiani europei e americani, il settore delle IA generative sta convergendo verso un modello che riconosce il valore dell’informazione professionale e della verifica delle fonti.

L’obiettivo comune è garantire risposte più accurate agli utenti e ridurre la diffusione di contenuti non verificati.

Sam Altman TechCrunch 2017 Foto Flickr

Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI, all’evento TechCrunch Disrupt nel 2017. Foto: Flickr.

Una scelta strategica, anche politica

Colpisce, scrive Axios, la presenza tra i nuovi partner di realtà conservatrici come Fox News, The Daily Caller e Washington Examiner.

Meta ha avuto in passato un rapporto complesso con questo segmento editoriale: dall’accusa del 2016 di penalizzare contenuti conservatori (poi smentita) all’inclusione di Breitbart nella sezione News Tab del 2019.

La decisione di includere un gruppo eterogeneo di media sembra voler rispondere alle critiche di bias e ricomporre un equilibrio nelle partnership editoriali.

Facebook non è più un hub per le news

Il rilancio dell’informazione all’interno di Meta AI arriva in un momento in cui le piattaforme del gruppo hanno ridimensionato drasticamente il peso delle notizie.

Facebook ha eliminato il News Tab negli Stati Uniti nel 2024 e già nel 2022 aveva chiuso il programma di pagamenti agli editori.

L’algoritmo privilegia ora contenuti video virali, mentre la distribuzione di articoli è diventata marginale.

Meta AI rappresenta quindi un nuovo possibile punto di ingresso per il consumo di informazione all’interno dell’universo Meta.

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